Abruzzo, nuova forte scossa. Dai Vescovi 5 milioni di euro

di Redazione

 L’AQUILA. Una pesante scossa di magnitudo 4.9 ha di nuovo fatto tremare l’Abruzzo la scorsa notte, intorno alle 23.14.

Secondo le rilevazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si è trattato della scossa più forte dopo quella distruttiva della notte del 6 aprile, di magnitudo 5.8, e quelle del 7 e del 9 aprile, rispettivamente di magnitudo 5.3 e 5.1. Una nuova scossa è stata poi avvertita quasta mattina, intorno alle 11, con magnitudo 3.2. Le località prossime all’epicentro sono Rocca di Cambio, Villa S. Angelo e San Panfilo D’Ocre.

Intanto, muove i primi passi l’inchiesta aperta dalla Procura per accertare eventuali responsabilità penali nei crolli avvenuti con la scossa di una settimana fa. Un pool di esperti, infatti, è stato incaricato di effettuare perizie su palazzi pubblici e privati. Il governatore abruzzese, Gianni Chiodi, ha annunciato che la Regione è pronta a costituirsi parte civile al processo contro eventuali responsabili dei crolli per il terremoto.

Proseguono i rilievi tecnici per verificare l’agibilità delle strutture. I primi dati riferiscono che circa il 50% degli edifici finora esaminati avrebbe condizioni di agibilità, mentre il 30% degli stessi risulterebbe irreparabilmente danneggiato. Tuttavia, anche per gli edifici che in teoria sono agibili i tecnici consigliano di attendere fine dell’attività sismica.

Bagnasco: “Dalla Cei altri 2 milioni”

Il presidente Chiodi ha detto che l’obiettivo principale è quello di portare via dalle tende e dagli alberghi le persone che vi sono rifugiate prima dell’inizio dell’inverno, che in quelle zone è molto rigido.

In mattinata è giunto in Abruzzo il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, per incontrare autorità, organizzazioni di volontariato e sfollati. La prima tappa è stata all’ospedale da campo dell’Aquila, dove il porporato ha scambiato alcune parole con i vigili del fuoco, congratulandosi con loro, e ha visto con i proprio occhi l’attività dei sanitari nel reparto di pronto soccorso. Poi ha incontrato i malati in uno dei reparti-tenda allestiti dinanzi al San Salvatore. Nel pomeriggio visita al centro storico del capoluogo, pranzo con i volontari della Protezione civile, visita alla sede Caritas di Pettino. E incontro con il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso nella caserma della Guardia di Finanza. Alle 16, accompagnato dall’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, il capo dei vescovi italiani celebrerà una santa messa nella grande tendopoli di Piazza d’Armi.

Bagnasco ha annunciato anche un nuovo contributo economico da parte della Chiesa italiana. “Dopo i 3 milioni di euro già destinati, abbiamo deciso di destinare altri 2 milioni, oltre alla colletta nazionale di domenica prossima. “Questa nostra gente aquilana – ha poi aggiunto – mostra una grande voglia di resistere e di superare questo evento drammatico all’insegna di una energia e di una grande ispirazione di fede, di religiosità che sprigiona dalle loro parole e dai loro volti”.

Restando in tema di aiuti alle popolazioni, fa discutere la proposta del ministro dell’Economia Tremonti di destinare il cinque per mille alla ricostruzione dell’Abruzzo. Il mondo del volontariato lancia infatti l’allarme: “Così si rischia una guerra tra poveri”.

Nel pomeriggio previsto l’arrivo nel capoluogo anche del direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra, che illustrerà le misure adottate dalle banche per aiutare le famiglie colpite dal terremoto.

Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso si è invece recato in mattinata a Sulmona, dove la gente è preoccupata per quanto dichiarato dai geologi, che ipotizzano un sisma devastante nella Valle Peligna entro i prossimi dieci anni. “Ho detto e parlato solo di prevenzione futura, non di rischio sismico immediato a Sulmona” ha però tenuto a chiarire il geologo Enrico Miccadei, spiegando che “la Valle Peligna sorge su depositi lacustri, fluviali e di versante e per questo meritano ulteriore attenzione nel pianificare sul territorio. Queste sono le stesse condizioni geologiche di Onna. – ha aggiunto – Da studioso della Valle Peligna chiedo solo di fare prevenzione per le società e gli uomini futuri. Bisogna educare la gente al fatto che esistono studi geologici precisi e che servono per la prevenzione del rischio sismico, idrogeologico e vulcanico. Credo anche che i geologi in questo debbano esser ascoltati di più”.

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