Nigeria, rapito ingegnere italiano per vendetta contro impresa

di Angela Oliva

Guerriglieri del MendABAKAKILI (Nigeria). Rapimento a scopo estorsivo quello dell’ingegnere bergamasco Giuseppe Canova.

Il 60enne vive da anni in Nigeria dove lavora per conto della società di costruzioni “Marlum Construction Company”, di proprietà dell’italiano Marco Beccarelli. Canova si stava recando, in compagnia di un suo collega, sul cantiere del nuovo segretariato di Stato quando un gruppo di guerriglieri del Mend (Movement for the Emancipation of the Niger Delta), hanno intercettato l’auto costringendo l’ingenere a nascondersi nel bagagliaio. A dare l’allarme è stato lo stesso Canova che aveva ancora in tasca il suo cellulare.

“Sabato mattina – ha raccontato Eniola Bello, direttore del quotidiano Newsday che per primo ha pubblicato la storia – i due italiani stavano viaggiando in auto dagli uffici della compagnia al cantiere della costruzione quando sono stati intercettati da uomini armati. L’ingegnere rapito è stato cacciato nel portabagagli dell’auto, il suo collega non è stato toccato. La banda si è dileguata, proprio nel momento in cui è arrivata un’altra macchina della compagnia di costruzioni, scortata da un veicolo della polizia. Gli agenti hanno visto l’auto allontanarsi, ma non potevano immaginare che nel portabagagli ci fosse Canova”. Fonti nigeriane hanno affermato che i banditi cercavano proprio l’ingegnere italiano perché, ultimamente, aveva avuti alcuni screzi con i dipendenti ai quali la ditta non avrebbe pagato ancora l’ultimo stipendio. Ad avvalorare la tesi del riscatto come vendetta contro l’azienda è la richiesta di riscatto da parte dei rapitori che hanno vogliono 150 milioni di naira, moneta nigeriana, che corrisponde a 650mila euro.

Secondo gli italiani residenti in Nigeria, il sequestro si risolverà preso: “Il riscatto sarà pagato e tutto tornerà come prima, fino al prossimo sequestro”. Intanto il portavoce del governo nigeriano Abia Onyuike ha assicurato che si stanno impegnando per il rilascio del nostro connazionale: Stiamo lavorando con gli agenti di sicurezza. Siamo rattristati e profondamente preoccupati per questo incidente e faremo tutto quello che è umanamente possibile per ottenere la sua rapida liberazione”.

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