Bancarotta fraudolenta, assolta la commerciante Paudice

di Redazione

 CASALUCE. Si è celebrato innanzi alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Santa MariaCapua Vetere, presidente Flora Mazzaro, il processo a carico di Anna Paudice, imputata del reato di bancarotta fraudolenta aggravata per aver ceduto a terzi tutte le rimanenze per un ingente valore e sottraendole ai creditori.

La donna era titolare della ditta “Jacob’s e Jacob’s s.a.s.”, con sede in Casaluce, che operava nel commercio di capi di abbigliamento. La società era stata dichiarata fallita e risultava che non aveva pagato i fornitori per una grossa somma.

Il curatore, in sede di inventario, aveva quantificato in circa 15mila euro tutte le rimanenze delle merci che, secondo le scritture contabili, dovevano ammontare a circa euro 300mila euro.

La Paudice, difesa dall’avvocato Luciano Costanzo, aveva sempre protestato la sua innocenza sostenendo che le rimanenze della merce avevano un valore assolutamente superiore a quello erroneamente stimato dal curatore.

In sede dibattimentale il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna della Paudice a 2 annu di reclusione ravvisando precise responsabilità a carico della stessa.

L’avvocatoCostanzo, da parte sua – precisando che la Paudice, secondo la riforma del diritto fallimentare, sarebbe dovuta essere considerata “piccolo imprenditore” in quanto era al di sotto delle soglie di fallibilità in considerazione del capitale investito in azienda e dell’ammontare dei ricavi ottenuti -ha dimostrato che nella vicenda non erano provati i due presupposti sui quali era stata poggiata l’accusa della bancarotta fraudolenta e cioè mancava la dimostrazione della sussistenza delle rimanenze iniziali che erroneamente erano state quantificate in oltre 250mila euroe la giusta quantificazione delle rimanenze finali del tutto sottostimate dal curatore rispetto al loro valore certamente superiore.

Il difensore ha inoltre dimostrato che la donna era stata travolta dal dissesto e dal fallimento non per una sua condotta fraudolenta o per avere sottratto soldi o beni della sua azienda, ma solo perché aveva aperto un nuovo esercizio commercialea Santa Maria Capua Vetere,sottoponendosi ad un notevole investimento di capitali. Tale investimento, però, si era dimostrato del tutto infruttuoso e non redditizio travolgendo anche l’attività commerciale espletata a Casaluce.

Il Tribunale, in pieno accoglimento delle richieste del difensore, ha quindi assolto la Paudice perché il fatto non sussiste.

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