25 aprile, Napolitano al Sacrario di Mignano Montelungo

di Redazione

Giorgio NapolitanoMIGNANO MONTELUNGO. Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è stata festeggiata su tutto il territorio nazionale. A Mignano la cerimonia con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la prima volta al Sacrario Militare …

… che ricorda quando nei giorni dall’8 al 16 dicembre 1943, fu teatro dei primi combattimenti dei reparti regolari italiani nella Guerra di Liberazione contro i tedeschi. In mattinata il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani hanno presenziato a Roma alla cerimonia all’Altare della Patria. Poi, con il ministro della Difesa, IgnazioLa Russa, è partito alla volta di Mignano Montelungo, dove è giunto alle 11, mentre il premier è andato alla volta di Onna, in provincia de L’Aquila, cittadinache ha avuto il maggior di vittime nel terremoto dello scorso 6 aprile.

Il presidente Napolitano è stato accolto con tutti gli onori militari al Sacrario di Mignano Montelungo che custodisce le spoglie di 103 militari caduti nelle battaglie della zona di Cassino dopo l’8 settembre, combattendo insieme alle truppe Alleate contro le truppe tedesche. Il capo dello Stato è stato accolto dagli onori militari e poi, sulle note della Canzone del Piave, ha raggiunto il monumento ai caduti dove lo attendevano le autorità locali campane tra cui il governatore, Antonio Bassolino, Stefano Graziano, Rosy Bindi. Presenti anche l’ex ministro della Difesa Arturo Parisi e l’ex ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia. L’inizio della cerimonia è stato suggellato dal passaggio in cielo delle Frecce Tricolore.

“Nessun caduto di qualsiasi parte e ai famigliari che ne hanno sofferto la perdita si può negare rispetto e pietà. Rispetto e pietà devono accomunare tutti”, ha detto successivamente Napolitano. “La celebrazione del 25 aprile – ha affermato Napolitano nel suo discorso davanti ad una folla numerosa e festante – deve diventare finalmente, voglio ribadirlo nel modo più netto, occasione di ricordo, di riconoscimento, di omaggio per tutte le componenti di quel grande moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell’indipendenza del nostro paese; per tutte le sue componenti, viste e onorate nella loro unitarietà. Parlo – ha proseguito il Capo dello Stato – della componente rappresentata dalla lotta, dalle azioni di guerra e di guerriglia, delle formazioni partigiane. Parlo della componente rappresentata dal tributo di solidarietà e di sacrificio delle popolazioni nelle regioni occupate. E parlo della componente rappresentata dalle prove di dignità, di volontà combattiva e di eroismo dei nostri militari, Se nel passato quest’ultima componente è rimasta in ombra, a ciò si sta già da anni ponendo riparo, valorizzando fatti ed episodi di grande significato. È questo il senso della mia presenza oggi qui e due anni orsono, per il 25 aprile, a Cefalonia”.

“Questa è base – ha aggiunto – per una rinnovata unità nazionale, non segnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni. Voglio ribadirlo nel modo più netto: la celebrazione del 25 aprile deve diventare finalmente occasione di ricordo, di riconoscimento, di omaggio per tutte le componenti di quel grande moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell’indipendenza del nostro paese, per tutte le sue componenti viste e onorate nella loro unitarietà”.

Presente anche il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Fabrizio Castagnetti. È stato poi il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha sottolineato come “il 25 aprile deve essere la giornata di grande rispetto per tutti i caduti partigiani che seppero dare la loro vita per un ideale, per tutti quei caduti in una guerra fratricida. L’Italia oggi ricorda – ha aggiunto alla presenza del Capo dello Stato – una data decisiva nella storia della nostra Patria. Sessantaquattro anni orsono – ricorda la Russa – con la fine del tremendo secondo conflitto mondiale, l’Italia vedeva affermarsi una nuova stagione in cui i valori della democrazia e della libertà avrebbero costituito le fondamenta del nuovo Stato”.

Dopo la cerimonia al monumento che raccoglie le salme dei soldati del primo raggruppamento del nuovo Esercito italiano, morti durante i combattimenti del 1943-45 in aiuto alle forze alleate, il presidente si è recato nella sede del Consiglio comunale del piccolo centro campano. Insieme al sindaco, Roberto Campanile, ha scoperto una lapide, nella piazza principale, che ricorda il sacrificio di chi cadde per la Liberazione dell’Italia. Poi Napolitano ha fatto rientro a Roma.

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