Sl: “Il 25 Aprile sia giorno di liberazione dalla camorra”

di Redazione

Sinistra e Libertà AVERSA. Il coordinamento aversano di Sinistra e Libertà interviene sull’escalation di violenza che la settimana scorsa ha fatto registrare l’esplosione di ordigni davanti a due esercizi commerciali della nostra città.

“Come Sinistra e libertà – affermano dal coordinamento – proponiamo che quest’anno, a partire dalla nostra città, il 25 Aprile sia dichiarata giornata della liberazione da tutte le camorre. Chiediamo al Sindaco Ciaramella di rappresentare, a nome di tutti i cittadini aversani, senza distinzione di colore politico, la vicinanza concreta ai commercianti colpiti risarcendoli, a spese del Comune, dei danni subiti. Riteniamo inoltre – continuano – che sia necessario chiedere con la massima urgenza una convocazione straordinaria ad Aversa del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

“È chiaro infatti – continuano da Sinistra e Libertà – come le due bombe che in appena sette giorni sono state fatte esplodere a via Roma e in via Bisceglia ad Aversa siano opera della criminalità organizzata, che, evidentemente decimata dagli arresti subiti negli scorsi mesi, grazie all’importante azione investigativa delle forze dell’ordine, sente il bisogno di far sentire la propria presenza, nelle consuete forme della violenza e dell’intimidazione ai danni di lavoratori onesti che probabilmente hanno rifiutato di abbassare la testa, di cedere, senza motivo, buona parte del proprio faticoso lavoro. Siamo alla vigilia del 25 aprile, giornata nazionale della Liberazione dal nazi- fascismo. Crediamo che oggi, nella nostra terra, il vero oppressore si chiami camorra. Dopo decenni il nostro territorio è costretto ancora a subire una guerra sanguinosa, fatta di vittime innocenti, di quotidiane ed inaccettabili intimidazioni, di fiumi di danaro pubblico che affluiscono costantemente nelle casse di chi, impunemente, ne ha già avvelenato le falde, i campi, l’intero futuro”.

“Crediamo – concludono – che alle doverose quanto scontate parole di solidarietà, che pur non sono in verità risultate numerose come era auspicabile, si debbano aggiungere gesti simbolici ed azioni concrete. Le istituzioni ad ogni livello, facciano sentire la propria presenza, forte e concreta, al di là della propaganda, locale e nazionale, che parla di inutili sistemi di videosorveglianza e di propagandistici schieramenti, per le strade di tante città, di giovani militari senza alcun potere, mortificati nelle proprie competenze al controllo dei documenti di identità”.

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