Rifondazione: “Tra Di Vittorio e il Pd c’è la lotta di classe”

di Redazione

Giuseppe Di VittorioAVERSA. “Comprendiamo l’indignazione del compagno Jacazzi riguardo alla cancellazione del nome di Giuseppe Di Vittorio, grande dirigente delle classi lavoratrici di questo paese, ma non ci meraviglia”.

Così esordisce, in una nota, il partito della Rifondazione Comunista, che interviene sul caso della rimozione, poi rivelatasi “provvisoria”, del nome di Di Vittorio dall’insegna della sezione aversana del Pd.

“In un partito nei cui banchi della Camera e del Senato siedono padroni come Massimo Calearo, Matteo Colaninno e Maria Paola Merloni (responsabile della distruzione del futuro per i lavoratori del gruppo Indesit), – continuano da Rifondazione – non c’è spazio per Giuseppe Di Vittorio, non c’è spazio per la difesa dei diritti e delle tutele del mondo del lavoro: c’è solo spazio per gli interessi confindustriali, e mantenere il nome di un grande rappresentante delle lotte operaie e della terra è davvero un controsenso. Le idee di Di Vittorio e dei milioni di lavoratori e lavoratrici che in questo paese hanno prima combattuto il fascismo e poi hanno dato vita a una grande stagione di lotte con l’occupazione delle terre e la difesa dei posti di lavoro sotto le bandiere della Cgil e del Pci, sono non solo cittadine, ma ispiratrici del percorso di Rifondazione Comunista nel trovare una uscita da sinistra alla crisi”.

“Siamo sicuri – concludono i rifondini – che in questa campagna elettorale la lista comunista e i compagni e le compagne del Prc sapranno far tesoro dell’esperienza delle lotte condotte in nome del pane, della libertà e della giustizia sociale, contro ogni sfruttamento, a partire dal corteo del 4 aprile. A proposito, il Pd cosa fa? Sta con chi firma gli accordi separati?”.

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