“Un’altra storia”: “Cervino ha bisogno di crescere”

di Redazione

CervinoCERVINO. “Cervino ha bisogno… di crescere”. E’ questo il messaggio che il gruppo “Un’altra storia per Cervino, Messercola e Forchia” vuole lanciare alla cittadinanza. E per farlo in maniera più chiara nella giornata di domani (domenica 15 marzo) sarà diffuso in tutto il territorio comunale un volantino.

“Crescere come emancipazione da figure appartenenti ad una storia passata e che per la loro “grandezza” sono sostanzialmente ingombranti. Non è più tempo dei padri padroni! Arriva un momento in cui i figli, per quanto sia l’affetto verso i propri padri, hanno bisogno di camminare con le proprie gambe, hanno bisogno di plasmare con le loro mani la creta del futuro per dargli la forma dei “loro” sogni. I figli di Cervino, Messercola e Forchia, hanno dei sogni, la cui consistenza non è la vaghezza di un’aspirazione, ma la ferma e concreta determinazione a voler realizzare un reale cambiamento dello stato attuale cervinese.
Uno stato in cui la parte migliore della collettività non si ritrova e non si riconosce. Uno stato a cui si è pervenuti dopo un lungo periodo di esercizio di “patria potestas” ed un periodo di scriteriata gestione di potere di un figlio ribelle. Né padri ingombranti, né figli ribelli ma persone, uomini e donne, mature, oneste, consapevoli delle responsabilità e con il coraggio di scelte la cui forza è nell’equità del bene comune. Né privilegi né arbitrio ma un futuro comune per il nostro “Comune” … che con fiducia si avvia a vivere e realizzare … “Un’Altra Storia”.
E proprio a sottolineare la rottura con il passato, il consigliere comunale uscente e membro del gruppo Antimo Rivetti spiega la sua assenza durante l’ultima assise comunale. “Per quel che mi riguarda non sono più andato in consiglio comunale perché ritengo tale consiglio delegittimato dal momento in cui ha dimenticato le parole ‘rispetto’ e ‘stima’. Rispetto e stima nei confronti di colui che era stato eletto sindaco dal popolo di Cervino. E vista la situazione attuale, dove nulla è stato prodotto dalla loro permanenza se non semplicemente cambi di poltrone, ritenevo opportuno andassimo tutti a casa. Non sono mai andato in assise se non per il consiglio straordinario seguente all’incendio dell’autovettura della Guardia di Finanza. Ma andando avanti hanno dimostrato quanto tenessero al loro capo”.

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