Fecondo scrive ai cittadini: “Mai ceduto ai ricatti”

di Redazione

Filippo Fecondo MARCIANISE. L’ex sindaco di Marcianise Filippo Fecondo affida ad una lettera aperta alla città le proprie riflessioni sul ripristino e l’immediato scioglimento della sua amministrazione comunale.

Cari concittadini,

mi avete eletto Sindaco della città di Marcianise il 29 maggio del 2006, per il secondo mandato consecutivo e per continuare l’azione amministrativa svolta nei precedenti cinque anni.

Il 23 novembre del 2006, dopo appena sei mesi dalle elezioni, l’allora Prefetto di Caserta nominava una Commissione d’Accesso per verificare se l’azione condotta dalla mia amministrazione fosse stata viziata da condizionamenti di tipo camorristico.

Il 19 marzo del 2008, dopo sedici mesi di indagini, gli organi elettivi del Comune di Marcianise venivano sciolti per presunte infiltrazioni camorristiche.

Il 22 gennaio del 2009, dopo dieci mesi, con una storica sentenza, il Tar ha riconosciuto che l’amministrazione di Marcianise non era mai stata condizionata dalla camorra. In particolare, il Tar e la stessa Commissione d’Accesso non hanno mai espresso il benché minimo dubbio sulla moralità del Sindaco e sulla sua gestione amministrativa. Anzi ne hanno riconosciuto la totale correttezza.

Il 23 febbraio del 2009, dopo appena 25 giorni dall’insediamento decretato dal Tar, alcuni consiglieri di maggioranza, uno dello Sdi, due del gruppo Bizzarro, tre del Pd, hanno deciso insieme ai gruppi di opposizione di dimettersi e quindi determinare di nuovo il commissariamento del Comune, senza motivazioni politiche.

Le motivazioni sono solo di carattere personale e sono inquietanti.

Come Sindaco ho solo tenuto fermi i principi di correttezza e trasparenza amministrativa. Sempre!

E questo è un impegno che ho assunto all’atto della mia Elezione.

La mia “colpa”, in particolare, è stata quella di non cedere ai ricatti del gruppo di Bizzarro e dal gruppo dello Sdi, composti da consiglieri comunali che dalla sentenza del Tar e dal notificato Ricorso in Appello dell’Avvocatura dello Stato escono malissimo. Questi personaggi invece di fare un passo indietro, come da me richiesto, hanno alzato il tiro, hanno tentato il ricatto e l’assoggettamento del Sindaco. Infine, alla mia ferma e decisa volontà di non cedere, hanno deciso, utilizzando la ingenua ambizione di qualche esponente del Pd, di porre fine all’ Amministrazione.

Questa è l’eroica azione condotta da questi signori, che vanno anche chiacchierando di “ alta democrazia” e del carattere del Sindaco.

Dopo l’insediamento, l’unico atto amministrativo deliberato è stato il Programma delle Opere Pubbliche, giudicato da tutti i consiglieri comunali un atto di straordinaria importanza, e l’unica decisione che ho preso, comunicata e condivisa dai consiglieri di maggioranza, è stata quella di ri durre il numero di assessori da otto a sei. Questi gli atti politico-amministrativi che ho assunto, dialogando con i consiglieri di maggioranza.

Concludendo, cari concittadini, voglio solo farvi notare che, dalla mia rielezione del maggio 2006 fino al 23 febbraio del 2009, ho liberamente governato solo per sei mesi. Il mandato che mi avete affidato non me lo hanno fatto svolgere.

Sono orgoglioso, comunque, di aver servito con dedizione e assoluta correttezza la mia città, anteponendo l’interesse generale a quelli particolari.

Marcianise, 8 marzo 2009

Filippo Fecondo

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