Saviano: “La mia battaglia è la battaglia di molti”

di Redazione

Roberto SavianoROMA. Serata trionfale mercoledì sera per Roberto Saviano, l’autore del best seller “Gomorra”, protagonista di uno speciale su Raitre di Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio, che ha registrato 4.561.000 con uno share del 19%, il più alto della serata.

Prendendo spunto dai quotidiani locali, lo scrittore, che da oltre due anni vive sotto scorta, ha raccontato come ci sia “qualcosa che ha a che fare con la guerra e che ogni tanto ci raggiunge quando si sparge molto e ci sono grandi tragedie”.

Poi ha sottolineato come la politica, anche nell’ultima campagna elettorale, abbia messo da parte la piaga della criminalità organizzata perché “ha paura di affrontare l’argomento perché teme che sia perdente”. “La cosa più grave che può fare la politica – ha aggiunto – è il silenzio. La cosa più grave che possono fare gli elettori è scegliere il silenzio”. Ha parlato di come spesso la camorra uccide non solo con le pallottole “ma anche con la diffamazione”.

Nel corso della puntata, durante fino oltre le 23, sono intervenuti anche due grandi scrittori, l’americano Paul Auster e l’israeliano David Grossman, che hanno riconosciuto il grande valore dell’opera di Saviano, di come questa “abbia costretto tanta gente in tutto il mondo a guardare dentro il fenomeno camorra. Anche tanti che non ne sapevano nulla o pensavano fosse una cosa locale italiana”.

In chiusura, lo scrittore ha detto: “Questa battaglia non è la mia battaglia ma la battaglia di molti e va anche bene se per una volta succede il miracolo che grandi interessi economici si fondano con l’interesse del paese, che grandi editori di libri, televisivi, si uniscano per combattere la camorra”.

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