Cassazione, stop ad autovelox “nascosti”

di Redazione

 ROMA. Una buona notizia per gli automobilisti arriva dalla Corte di Cassazione che ha messo la parola fine agli autovelox utilizzati in maniera scorretta.

Secondo quanto disposto dai giudici della Suprema Corte, gli autovelox, sempre più utilizzati dai comuni per rimpinguare le casse, devono essere segnalati almeno 400 metri prima. Gli stessi possono venire sequestrati e i titolari della società di rilevamento rischiano l’incriminazione per truffa.

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La Suprema Corte ha confermato con la sentenza numero 11131 il sequestro di alcuni veicoli e autovelox della società “Speed Control” attiva nei comuni calabresi di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro e Longobardi, nel Cosentino, dove gli apparecchi erano stati installati senza essere segnalati con chiarezza e in anticipo.

Infatti, secondo la Cassazione è corretta la tesi accusatoria della Procura di Cosenza, in base alla quale l’attività di rilevamento così svolta “era intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti, in contrasto con lo spirito della normativa in materia diretta a prevenire incidenti più che a reprimere”.

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