3 marzo 1944, sciagura del treno 8017: 500 morti a Balvano

di Redazione

 Accadde Oggi. Quella conosciuta come sciagura del treno 8017 è forse il disastro ferroviario più grave mai avutosi nel mondo, di sicuro quello con il maggior numero di morti in Italia.

Il treno merci 8017, che caricava legname per ricostruire i ponti distrutti dalla guerra, parte da Napoli nel primo pomeriggio del 2 marzo del 1944, destinazione Potenza. Alle 18 arriva alla stazione di Salerno, qui però dovendo procedere per una linea non elettrificata sostituisce la locomotiva elettrica con una macchina a vapore. Alle 19 arriva a Battipaglia, alla prima vaporiera ne viene aggiunta una seconda, entrambe vanno in testa al treno, che nel frattempo si è allungato a ben 47 vagoni. Sul convoglio salgono a centinaia, la maggior parte povera gente stremata dalla guerra che cerca ristoro nei paesini della Lucania.

Nella galleria posta tra Balvano e Bella-Muro Lucano, lunga 1968 metri, le due locomotive non ce la fanno ad andare avanti, spingono sui binari, ma scivolano, tanto è il peso e la pendenza. Lo sforzo delle locomotive produce una percentuale di monossido di carbonio e acido carbonico nell’ambiente, la galleria, da provocare morte per asfissia di circa 500 persone, compresi i fuochisti delle due locomotive. Le stime a poche ore dalla tragedia parlano di 501 civili morti, 8 militari e 7 ferrovieri, ma indagini storiche attendibili, ci parlano di oltre 600 morti. Pochi i riconosciuti, allineati lungo i binari della stazione furono poi sepolti in quattro fosse comuni a Balvano, senza neanche un funerale. Tra le cause l’uso del nuovo carbone jugoslavo fornito alle nostre ferrovie dagli Alleati, carbone nettamente inferiore di qualità a quello tedesco usato fino ad allora, capace di ostruire le tubature delle caldaie. Di certo, il particolare momento politico dell’epoca smorzò tutte le notizie e del fatto si ebbe quasi nessuna conoscenza.

Fino al 1959 all’uscita della galleria viene istituito un posto di controllo per evitare situazioni simili, il posto resterà fino al divieto assoluto delle locomotive a vapore. Dopo 15 anni dai fatti il Ministero del Tesoro risarcirà le vittime, trattandole come “vittime di guerra”, ma anche come clandestini senza biglietto, fatto questo opinabile e in pratica falso per la stragrande maggioranza dei viaggiatori.

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