11 marzo 1977, ucciso lo studente Francesco Lorusso

di Redazione

Francesco LorussoAccadde Oggi. Francesco Lorusso, studente di Medicina all’Università di Bologna, resta ucciso l’11 marzo del 1977, nel corso di una serie di tafferugli di piazza tra studenti e polizia.

Nell’aula magna dell’Università di Bologna, “Comunione e Liberazione” tiene una propria assemblea, vi sono presenti circa 400 studenti. Gli studenti extraparlamentari di Medicina cercano di introdursi nell’Aula, venendo respinti. Arriva la Polizia che permette a quelli asserragliati in Aula di uscire, nel frattempo caricano gli studenti di sinistra. Ne scaturiscono scontri diffusi in tutta la zona universitaria, l’autocolonna dei Carabinieri all’altezza di via Mascarella viene colpita dal lancio di oggetti, l’autocarro di testa è fatto segno di una molotov, il carabiniere alla guida, Massimo Tramontani, fugge via ed apre il fuoco, probabilmente per difendersi. Vengono esplosi sei colpi, Lo Russo, colpito mortalmente alla schiena, si trascina per qualche metro, poi spira.

Tramontani viene prosciolto per l’uso di armi in base alla Legge Reale, anche se dovette subire più di un mese e mezzo di carcere. Il giorno dopo, Cossiga, allora Ministro degli Interni, fa scendere per strada i carri armati. Vietata la camera ardente e i funerali in centro dal prefetto, il funerale si tenne presso lo stadio comunale, alla periferia della città.

Dopo 30 anni dalla morte, il fratello di Lorusso, Giovanni, il 18 marzo del 2007, incontra ed abbraccia Massimo Tramontani, l’allora giovane carabiniere di leva che aveva sparato. Tramontani aveva chiesto questo incontro al padre di Francesco, il generale Agostino, e alla madre, Virginia, tanti anni prima. Non li incontrerà mai, perché nel frattempo sono morti.

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