Staminali, Obama finanzia la ricerca

di Redazione

Barack ObamaWASHINGTON. In contro tendenza rispetto al suo predecessore, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha rimosso i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

Obama lo ha annunciato durante un incontro alla Casa Bianca, esordendo: Le scelte sulla ricerca scientifica devono essere basate sui fatti, non sull’ideologia. Da credente penso che sia necessario alleviare le sofferenze”. La scelta innovativa del neo presidente sarà resa esecutiva nei prossimi 120 giorni al National Institute of Health per stabilire anche le modalità con cui verranno distribuiti i finanziamenti federali.

La completa potenzialità della ricerca sulle cellule staminali – ha affermato Obama – resta sconosciuta, e non deve essere esagerata. Ma gli scienziati ritengono che queste piccole cellule possano avere il potenziale di aiutarci a capire, e possibilmente a curare, alcune delle più devastanti condizioni mediche e malattie. non possiamo promettere che troveremo i trattamenti e le cure che cerchiamo, ma garantisco che la mia amministrazione farà tutto il possibile per favorire la ricerca, agendo in modo attivo, responsabile, e con l’urgenza necessaria per recuperare il tempo perduto. Posso promettervi che non intraprenderemo mai alla leggera la ricerca scientifica – ha annunciato Obama – perché la sosterremo solo quando sia scientificamente valida e condotta responsabilmente. Per questo svilupperemo regole severe che rispetteremo scrupolosamente perché non tollereremo abusi. E ci accerteremo che il nostro governo non apra mai la porta all’uso della clonazione per la riproduzione umana. È pericoloso, profondamente sbagliato e non ha posto nella nostra società o in nessuna società”.

Infine il presidente Obama ha voluto dedicare questa scelta a Christopher Reeve, l’ex Superman del grande schermo, paralizzato dopo un incidente e morto pochi anni fa e alla moglie deceduta a causa di un cancro due anni dopo il marito: “Christopehr una volta disse a un giornalista: ‘Se torna fra dieci anni, mi troverà alla porta che cammino’. Christopher non ce l’ha fatta ma se proseguiamo la ricerca, forse un giorno, forse non nella nostra vita o in quella dei nostri figli, ma forse un giorno altri come lui ce la faranno”.

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