Casalesi, arrestate tre persone legate all’erede di Setola

di Redazione

Giuseppe SetolaCASAL DI P. Un’operazione dei carabinieri e della Dia di Napoli ha disarticolato un gruppo camorristico legato al latitante Franco Letizia, considerato l’erede del boss Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi, attualmente detenuto.

Tra gli arrestati Vincenzo Cirillo, 32 anni,(fratello di Alessandro, detto ‘O Sergente, già in carcere per la sua appartenenza al gruppo Setola), Raffaele Cecoro, 38 anni, Alfonso Bianco, 24 anni. Secondo gli inquirenti avrebbero dettato la ‘legge’ del clan lungo il litorale domitio (tra le province di Caserta e Napoli) dopo l’arresto di Setola. Addirittura, avrebbero utilizzato un ragazzo disabile per ritirare i proventi delle estorsioni.

Gli agenti della Dia e i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno anche sequestrato beni di provenienza illecita, tra cui autovetture di grossa cilindrata. Le accuse, per gli arrestati, sono di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso aggravato dal metodo mafioso in numerose estorsioni.

In una nota del Procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore, si legge che nonostante “fortemente debilitata dai numerosi arresti di associati, l’associazione a delinquere capeggiata da Setola ha continuato a manifestare, nella zona a ridosso del litorale domizio, la sua veemenza criminale forte di una continua capacità riproduttiva manifestatasi attraverso l’adesione di nuovi adepti e l’operatività di già noti affiliati”.

Altro notevole risultato per le forze dell’ordine a Napoli, dove i carabinieri hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal tribunale partenopeo su richiesta della Dda nei confronti di persone ritenute legate al clan degli scissionisti, operanti nelle zona nord del capoluogo. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di droga. Secondo gli inquirenti, è stata smantellata una delle più fiorenti piazze di spaccio dell’area settentrionale controllata un tempo dal clan Di Lauro.

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