Maddaloni, carabinieri eseguono 28 arresti contro clan Farina

di Redazione

carabinieri CASERTA.I Carabinieri del comando provinciale di Caserta, agli ordini del colonnello Carmelo Burgio, hanno arrestato 28 affiliati al clan Farina di Maddaloni (Caserta), facente capo ad Antonio Farina.

Le accuse sono di associazione mafiosa, di due omicidi, di porto abusivo di armi da fuoco e di oltre cento estorsioni perpetrate ai danni di imprenditori e commercianti della zona controllata dal clan. L’operazione ha smembrato l’organizzazione criminale, che mantiene il controllo del comune di Maddaloni e di quelli immediatamente vicini.

Arrestati, oltre a capi e gregari dell’organizzazione criminale facente capo ad Antonio Farina, detto “Tonino ‘o Biondo”, e a quelli dei clan Martino e Micillo, anche affiliati al clan dei Casalesi (egemone nell’agro aversano) e del clan Belforte (che controlla Marcianise e comuni limitrofi), responsabili di aver in diverse circostanze concorso nelle attività criminali del clan.

Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelareci sono: Giorgio D’Albenzio, Antonietta Della Ventura, Adele Di Santo, Severino Di Santo, Roberto Stravino, Carlo Farina, Michele Ferraro, Pasquale Marciano, Vincenzo Marciano, Alberto Marciano, Franco Passarelli, Lucia Piccillo e Carlo Piccillo.

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Antonio Farina, inizialmente sottomesso ai Belforte, aveva cercato maggiore autonomia legando un patto di collaborazione con i Casalesi e creando così attriti con il vecchio affiliato Clemente D’Albenzio ancora legato ai marcianisani e sfuggito alla cattura, mentre è finita agli arresti sua moglie.

L’indagine fu avviata nel 2006 dopo l’omicidio di Angelo Amoroso, detto ‘Mimmuccio ‘o pazzariello’, capo indiscusso del sodalizio criminale attivo a Maddaloni e comuni limitrofi come falange del gruppo Belforte. Un delitto che decretò il passaggio della triade Farina-Martino-Micillo dal clan marcianisano dei Belforte a quello dei Casalesi.

Gli investigatori hanno individuato i singoli componenti del gruppo camorristico e i rispettivi ruoli, nonché i responsabili dei vari delitti di camorra, e scoperto centinaia di estorsioni. Tra le vittime un imprenditore di Casapesenna, titolare della “Pegaso costruzioni generali”, impegnata nei lavori all’interporto di Marcianise-Maddaloni, che versò una tangente di 100mila; e una catena di supermercati “Alvi”. Quest’ultima estorsione, secondo gli inquirenti, veniva perpetrata da Franco Passarelli, figlio del defunto Dante (suicidatosi misteriosamente qualche anno fa), titolare di un impianto per la produzione di zucchero che, forte delle relazioni di fornitura derivanti da tale attività, avrebbe “monopolizzato” le estorsioni a danno dei supermercati “Alvi”.

L’operazione, che ha visto impegnati circa 300 carabinieri, con l’ausilio di unità cinofile e del nucleo elicotteri, ha fatto luce su due omicidi commessi nel 2006 nell’ambito delle guerre intestine per il predominio del clan.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Napoli nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Giorgio D'Albenzio

Antonietta Della Ventura

Adele Di Santo

Severino Di Santo

Roberto Stravino

Giorgio D’Albenzio

Antonietta Della Ventura

Adele Di Santo

Severino Di Santo

Roberto Stravino

Carlo Farina

Michele Ferraro

Pasquale Marciano

Vincenzo Marciano

Carlo Farina

Michele Ferraro

Pasquale Marciano

Vincenzo Marciano

Alberto Marciano

Franco Passarelli

Lucia Piccillo

Carlo Piccillo

Alberto Marciano

Franco Passarelli

Lucia Piccillo

Carlo Piccillo

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