Al via il Carnevale 2009: canti, balli e tanta allegria

di Redazione

 VILLA LITERNO. Le decine di palloncini sospesi in aria rendono bene l’idea dell’atmosfera che si respira a Villa Literno. foto

Entrando dal portale allestito all’altezza di corso Vittorio Emanuele, si entra in un luogo e in un tempo sospesi, dove il mondo reale lascia il posto alla fantasia.

 Camminando lungo il viale ci si imbatte in personaggi stravaganti, fatti di cartapesta ma anche di carne ed ossa, mascherati e truccati ad arte per dare l’idea dell’ambientazione che ogni rione, attraverso il proprio tema, vuole proporre ai visitatori.

I quattro carri si danno battaglia a colpi di canti, balli, maschere e costumi, ognuno con il proprio argomento: “Campania Felix… La grande Bufala” (Ponte Pagliarelle), “Il grido” (Baracca Umberto), “La Tesi…dell’anti” (via Roma), “Te la do io L’America…” (Castello Ferrovia).

Sfileranno lungo corso Vittorio Emanuele III ancora domenica 22 e martedì 24 febbraio dalle 16 alle 20. Poi, la sera del martedì grasso, cerimonia di chiusura con proclamazione del vincitore. Lunedì 23, prima del gran finale, in sala Splendore si terranno giochi rionali.

Una giuria di esperti, provenienti dalle città del carnevale italiano, con cui Villa Literno ha avviato stretti contatti negli ultimi dieci anni (Viareggio, Putignano, Cento, Misterbianco, Massafra, Alba Adriatica), esprimerà un voto per ogni categoria: musiche, pittura, coreografie, allegoria.

In palio, il quadro con l’effige del Comune di Villa Literno. Un premio simbolico che resterà nella sede del rione fino al prossimo Carnevale. E, come con la Coppa del Mondo, chi vince per tre anni di seguito si porta a casa – per sempre – l’ambito premio. Ma più di ogni altra cosa, vincere significa avere libertà di prendere in giro i rivali per un anno intero. E come in ogni manifestazione che si rispetti, non mancheranno le polemiche sui voti assegnati dalla giuria di qualità, che sarà osannata dai vincitori e sbertucciata dai perdenti. Ma anche questo fa parte del gioco, un immortale e fantastico scherzo di Carnevale.

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