Campo di concentramento: c’è un documento ufficiale

di Redazione

 SPARANISE. Se non bastassero i libri (che vanno letti), i diari, le foto e perfino i film dell’epoca ed i testimoni oculari per convincere qualcuno sull’esistenza del campo di concentramento tedesco di Sparanise, arriva un altro documento ha documentarne definitivamente la presenza.

E’ un preciso ordine militare emanato il 20 settembre 1943 dal Capo di Stato Maggiore dell’esercito tedesco al comando generale del XIV Corpo d’Armata corazzato. Nel documento che riporto di seguito appare chiaro l’ordine di istituire un campo di raccolta (o di concentramento, dal tedesco) a Sparanise.

L’ordine è stato pubblicato da decine di storici nei loro libri: Gabriella Gribaudi in “Guerra Totale”, Bollati Boringhieri e “Terra bruciata, le stragi nazisti sul fronte meridionale” Edizioni Ancora del Mediterraneo, 2004; Lutz Klinkhammer “l’occupazione tedesca in Italia” Bollati Boringhieri; Gloria Chianese “Quando Uscimmo dai rifugi” Carocci, Roma 2004, Paolo De Marco “La politica del terrore preventivo dei Tedeschi”, Storia Patria, 2005. Scrive in particolare la prof.ssa Gribaudi in Guerra Totale al capitolo settimo intitolato “Gli ordini tedeschi”: Il 20 settembre 1943 il capo di stato maggiore aveva inviato al comando generale del XIV Corpo d’Armata corazzato il seguente ordine:”…

Gli italiani catturati dovranno essere raccolti in appositi campi ed essere trattati come prigionieri di guerra. La 15^ divisione granatieri corazzata e la 16^ divisione corazzata devono allestire i loro campi di raccolta a Formia e a Sparanise dove saranno apprestati i mezzi di trasporto necessari, con una capienza di almeno 1000 uomini ciascuno. La divisione corazzata Hermann Goring e il comando cittadino di Napoli devono consgnare gli italiani da loro catturati alla 16^ divisione corazzata a Sparanise, i gruppi di combattimento Maucke e Von Corvin alla 15^ divisione corazzata a Formia.

L’intendente del XIV Corpo d’armata corazzato riceverà disposizioni speciali per il rifornimento finanziario dei campi di raccolta di Formia e Sparanise. Fin dall’arrivo dei primi prigionieri, la 15^ granatieri corazzata e la 16^ divisione corazzata devono cmunicargli giornalmente le forze di lavoro dei campo di raccolta. (o di concentramento, secondo la traduzione letterale dal tedesco).” Quindi il campo è stato allestito dalla 16^ divisione corazzata ed è un campo di raccolta (concentramento) di uomini abili al lavoro da non confondere certamente con i “Campi di Sterminio”.

I quali comunque erano anche loro campi di lavoro. Anche a Sparanise, del resto, secondo le testimonianze de professore scrittore Giovanni Spera (ancora vivente) i reclusi venivano impiegati nel lavoro verso Cassino per l’allestimento delle linee di difesa. Anche a Sparanise, del resto i reclusi rimasero chiusi per più giorni (V. testimonianza Desiderio) , a migliaia e sono documentati diversi casi di persone uccise nel tentativo di fuggire dal Campo (v. testimonianza Cirillo).

E poi ci sono almeno una ventina di Testimoni oculari (che sono stati nel campo) ancora viventi, reduci da Dachau (tre addirittura sparanisani) che ne hanno testimoniata l’esistenza nelle quattro giornate della Memoria che l’ITC Galilei e il Comune di Sparanise ha dedicato al campo.

Ne hanno parlato nelle loro testimonianze di guerra anche il prof. Giovanni Spera di Sarno in “L’anno 1943 nella Valle dell’Arno” Scala Editrice, Sarno 1996, il preside Mariano Paolozzi di Napoli in “Dachau e ritorno” Guida editore, il prof. Ugo Zannini di S. Angelo di Carinola in “Poesie della Memoria”,Zano Editore, Ennio Severino in “Contro il sonno della memoria”, Minerbio (Bologna), il prof. Brunello Riccio Flentjen in “365 giorni, 264 notti” ed altri ancora.

Paolo Mesolella

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