Puzza, Eurocompost cancellata dal registro provinciale

di Redazione

Sede della Provincia di CasertaORTA DI ATELLA. Continuano i provvedimenti a carico della Eurocompost srl, l’opificio che si occupa del trattamento di recupero delle bio-masse in compost biologico …

… e che le istituzioni hanno individuato come la responsabile delle esalazioni nauseabonde presenti nell’hinterland a nord di Napoli e, precisamente, in località Viggiano nel Comune di Orta di Atella.

Stavolta anche i cittadini sono pronti ad attestarel’origine dei miasmi: una sottoscrizione collettiva promossa dal comitato cittadino Ortanuova ha raccolto ben 1660 firme per dare prova che quando l’azienda sospende la propria attività scompare anche il cattivo odore.

Ma tutto ciò è stato ritenuto irrilevante da parte del Tar di Napoli. Infatti, dopo aver accolto in un primo momento in data 5 febbraio, con ordinanza n. 108/2009, le proteste dei cittadini, a distanza di pochi giorni, in data 17 febbraio, ha emesso il decreto presidenziale n. 450/2009 nel quale accoglie parzialmente la richiesta di sospensiva delle ordinanze di chiusura a carico della Eurocompost.

Ed è proprio su questa scia che il 19 febbraio, in Provincia di Caserta, e precisamente al Settore Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento e Protezione Civile, l’azienda ha subito la revoca delle emissioni in atmosfera. E’ stato, infatti, istituito un tavolo tecnico dove Arpac, Asl Ce2, Provincia di Caserta, Comune di Orta di Atella, nonché comuni di Frattaminore, Caivano, Marcianise, Succivo, Sant’Arpino e Crispano, hanno unanimemente espresso parere negativo al rinnovo delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera da concedere alla Eurocompost srl per i prossimi anni.

Conseguentemente, come un atto dovuto, non poteva mancare la cancellazione della Eurocompost dal “Registo Provinciale delle Imprese che esercitano attività di recupero di rifiuti non pericolosi”, dove l’impresa viene obbligata entro 60 giorni a conferire i rifiuti giacenti “presso altro soggetto autorizzato allo smaltimento e/o al recupero degli stessi”.

“Siamo fiduciosi che oramai le istituzioni hanno preso coscienza di un problema che per anni è stato ignorato e che finalmente viene affrontato. – dichiara una rappresentanza del Comitato Ortanuova – Ma avverso a quest’ultimo provvedimento e possibile opporsi al Tar entro 60 giorni e dopo l’ultimo episodio a cui siamo stati costretti ad assistere da parte del Tribunale Amministrativo di Napoli, che nel giro di pochi giorni ha emesso due provvedimenti antitetici, ci aspettiamo di tutto! Ribadiamo ai giudici del Tar che sono chiamati innanzitutto a tutelare l’interesse e il benessere psico-fisico della collettività e che un’azienda non può proseguire la sua attività a singhiozzo attraverso quest’infinita serie di sospensive, ma il problema deve essere affrontato definitivamente, senza lasciare la popolazione perennemente nell’incertezza. Per questo è necessario trovare una soluzione definitiva: non è possibile immaginare un’altra estate barricati in casa”.

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