Sicurezza, medici potranno denunciare clandestini

di Redazione

 ROMA. Ieri il governo è stato battuto tre volte in Aula, a Palazzo Madama, sui punti riguardanti i centri di permanenza e di ricongiungimenti familiari, nell’ambito del decreto sicurezza.

E’ stata quindi reintrodotta la norma della Bossi-Fini che fissa in un massimo di 60 giorni la permanenza degli stranieri irregolari nei Centri di identificazione per un periodo superiore ai 60 giorni. Il governo, invece, voleva estendere la detenzione a 18 mesi.

Intanto, oggi il Senato ha dato il via alle votazioni degli ultimi 55 articoli del ddl. Ecco alcuni dei principali punti approvati.

In primis, un emendamento della Lega che consente ai medici di denunciare all’autorità giudiziarie gli immigrati clandestini che si rivolgono a strutture sanitarie pubbliche. Lo stesso emendamento prevede il carcere fino a quattro anni per i clandestini che rimangono sul territorio nazionale nonostante l’espulsione e fissa da 80 a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno.

Nasce, inoltre, il registro dei clochard, i quali dovranno essere iscritti in un registro nazionale che verrà istituito presso il ministero dell’Interno. La schedatura per coloro che non hanno fissa dimora dovrà essere avviata entro 180 giorno dall’entrata in vigore della legge.

Altra novità, l’introduzione delle “ronde padane”. La norma prevede che gli Enti locali possono avvalersi della collaborazione di associazioni di cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio ambientale. Le “ronde”, però, non potranno andare in giro armate e non potranno cooperare nello svolgimento di attività di presidio del territorio, questo grazie all’approvazione di un emendamento del Pd che ha modificato il testo licenziato dalla commissione Giustizia del Senato.

Prima che l’Aula desse il via libera alla possibilità per i medici di denunciare i clandestini, l’opposizione si è appellata al “buonsenso”, anche perché i clandestini potrebbero vedersi costretti “a non farsi curare per paura”, andando così contro ai più elementari diritti umani che vengono prima di quelli della cittadinanza. Secondo il senatore Daniele Bosone potrebbe crearsi “una medicina parallela” che i clandestini potrebbero utilizzare per non essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico. Inoltre, secondo Bosone, vi sarebbe il rischio che, non facendosi curare, i clandestini con malattie portate dal loro paese potrebbero determinare conseguenze per la sanità pubblica.

Nel ddl sicurezza il Senato ha anche approvato un emendamento dell’Udc che vieta l’apologia o l’incitamento via internet o telematica della criminalità organizzata e delle associazioni eversive, nonché l’incitamento alla violenza sessuale, all’odio razziale e religioso. Un provvedimento che arriva dopo le polemiche scatenate dalla presenza su Facebook di gruppo pro-Riina e Provenzano.

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