Berlusconi: “Io, imprenditore invidiato, sono riuscito a far rialzare l’Italia”

di Angela Oliva

Silvio BerlsuconiAlla vigilia del vertice Italia- Francia, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un’intervista al quotidiano francese ‘Le Figarò’, fa un resoconto della sua carriera politica ripercorrendo le tappe principali.

Io ero il più invidiato imprenditore italiano, ho deciso di impegnare tutto me stesso per preservare il mio Paese da un’ipotesi comunista e da un futuro incerto e confuso. – ha affermato il premier – Sono soddisfatto di aver contribuito a far rialzare l’Italia all’indomani della stagione di Mani Pulite, quando i partiti che avevano governato per decenni erano stati spazzati via dalla rivoluzione giudiziaria di stampo comunista. Il pericolo era che il Paese finisse in mano alla sinistra comunista”.

Dopo un fugace sguardo al passato, Berlusconi parla del presente che gli ha dato soddisfazioni: “Abbiamo trovato la giusta soluzione della tragedia dei rifiuti a Napoli, abbiamo mantenuto l’Alitalia come compagnia di bandiera e, infine, abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici con la legge finanziaria. Per quanto riguarda la crisi economica, poi, ci siamo attivati tempestivamente, tanto da essere i primi in Europa a fronteggiare la difficile situazione economica”.

Il premier, in vista anche dell’incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy, annuncia che a breve partiranno i lavori per il collegamento Torino-Lione: “Poche settimane fa il mio governo ha confermato il commissario Mario Virano alla presidenza dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione intendiamo accelerare il lavoro per completare il Corridoio 5. L’Alta Velocità era nel nostro programma elettorale, c’è pieno accordo nel governo, quindi la Torino-Lione si farà. Il mio esecutivo attribuisce un’importanza strategica allo sviluppo delle infrastrutture. Vorrei ricordare che abbiamo riaperto tanti cantieri chiusi dal precedente governo tenuto sotto ricatto dal fanatismo ambientalista”.

Tanti gli argomenti trattati durante l’intervista con il quotidiano francese tra cui anche la politica estera. Il presidente del Consiglio, infatti, ha parlato dei rapporti con il Medio Oriente, con la Russia e con il neo presidente degli Stati Uniti Barack Obama: “Hamas non può essere un interlocutore. Proprio la presidenza italiana dell’Unione Europea, nel 2003, ottenemmo di inserirlo nella lista delle organizzazioni terroristiche. La tregua deve stabilizzarsi in un percorso negoziale. Nelle missioni di pace l’Italia non si è ami tirata indietro e se ci dovessero essere delle richieste di maggiore coinvolgimento, potremmo anche aumentare le truppe in Afghanistan. Mentre, per quanto riguarda il dialogo con la Federazione russa, è una delle priorità per l’Europa e per tutto l’Occidente. Io e il presidnete degli Stati Uniti abbiamo dei tratti in comune. E’ un leader concreto e positivo, che si prepara a fondo sulle questioni – conclude il premier – che conosce molto bene i dossier della politica internazionale, e con il quale si ragiona. Ci lega pure l’audacia della speranza. Un tratto necessario nei momenti di crisi”.

L’ultimo pensiero, infine, al G8 che deve modificare la sua essenza al fronte dei mutamenti internazionali: “Sono convinto che, di fronte al mutato scenario internazionale, bisogna ripensare la struttura del forum degli otto Grandi, che deve essere più rappresentativo ed efficace, ma anche inclusivo, cioè deve aprirsi alle economie emergenti e dialogare con la parte di pianeta più povera”.

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