Confermato arresto per gli “esattori” di Setola

di Redazione

Esterino AntonucciCASAL DI PRINCIPE. Il Gip presso il tribunale di Napoli, Aldo Policastro, ha emesso un’ordinanza di conferma dell’arresto nei confronti dei quattro componenti del “gruppo di fuoco” capeggiato da Giuseppe Setola, …

… arrestati nella serata dello scorso 1 febbraio dalla Squadra Mobile di Caserta diretta dal vicequestore Rodolfo Ruperti, perché ritenuti “esattori” dell’organizzazione criminale.

Si tratta di Esterino Antonucci, 38 anni, detto “Biscotto” (nella foto in alto); Alessandro Gravante, 58 anni, detto “Zi Lisandro ‘u giudice”, sorvegliato speciale; Aldo Russo, 46 anni, detto “’U Marrucchin”, Massimo Vitolo, 50 anni, sorvegliato speciale; tutti di Castel Volturno.

Alessandro Gravante Aldo Russo Massimo Vitolo

A. Gravante

Aldo Russo

Massimo Vitolo

Le accuse, per i quattro, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, per la loro appartenenza al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, e più direttamente al gruppo Setola, e di estorsione continuata ed aggravata dal ricorso al metodo mafioso. Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di individuare gli appartenenti al clan Setola che negli ultimi mesi avevano assunto, sotto la sua egida, la conduzione delle attività estorsive sul litorale domitio, vessando sistematicamente numerosissimi commercianti ed imprenditori, anche attraverso la pretesa e la riscossione di modeste somme di denaro, al fine di conseguire non solo un illecito guadagno ma, soprattutto, per ribadire ed affermare il predominio del gruppo bidognettiano in un’area storicamente soggetta al suo controllo. Gli investigatori, anche attraverso attività di intercettazione telefonica ed ambientale, hanno ricostruito numerosi episodi estorsivi, praticati in forma capillare e continua attraverso una metodica vessazione degli operatori economici del litorale domitio.

Le indagini, innanzitutto, hanno consentito di individuare in Esterino Antonucci, sino a pochi mesi fa ritenuto di piccolo spessore criminale, il principale referente di Setola riguardo alla riscossione ed alla distribuzione delle estorsioni, evidenziandone il ruolo di “cerniera” tra gli storici affiliati e le nuove leve che ne hanno ereditato la conduzione delle attività illecite sul territorio. Antonucci aveva assunto un ruolo preminente, organizzando e pianificando con criminale determinazione l’attività degli altri fermati, cui era assegnato prevalentemente il ruolo di “contattare” le vittime e “riscuotere” materialmente il pizzo, anche se gli stessi partecipavano ai processi decisionali del gruppo.

Tra le vittime del sodalizio criminale sono stai individuati titolari di caseifici, negozi di elettronica, ma anche piccoli artigiani ed ambulanti ed i raccoglitori delle pigne della pineta di Castel Volturno, a cui, a seconda della raccolta, veniva imposto il pagamento di una cifra fissa per quintale. L’attività estorsiva non risparmiava neppure persone vicine o imparentate con altri gruppi criminali, alle quali, comunque, veniva reso il favore di effettuare un “regalo”.

La tangente, addirittura, veniva imposta anche ai figli di uno degli arrestati, Alessandro Gravante, raccoglitori di pigne. Il denaro estorto, come risulta esplicitamente dalle conversazioni intercettate, veniva in gran parte consegnato, sino al suo arresto, direttamente a Setola, ed in parte diviso tra gli affiliati.

Tre dei fermati, Gravante, Russo e Vitolo, erano sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nei comuni di residenza e sono noti per la loro storica affiliazione al clan Bidognetti, per il quale svolgevano il ruolo fiduciario di “esattori”. Gli stessi erano stati condannati nel gennaio 2002, insieme a Francesco Cirillo, 34 anni, e Alessandro Cirillo, 32, a sei anni di reclusione per la tentata estorsione a danno di Domenico Noviello, titolare di un’autoscuola assassinato il 16 maggio 2008 a Baia Verde, frazione costiera di Castelvolturno.

I provvedimenti di fermo sono stati prima confermati dalla gip presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, competente per territorio, ed ora dal gip presso il tribunale di Napoli, competente per materia trattandosi di reati di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia. Le ordinanze sono state notificate in carcere in quanto gli indagati sono tuttora detenuti.

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