Senato, un ddl apposito per arruolare figlia del maresciallo Pezzullo

di Redazione

Giovanni PezzulloCARINOLA. “Mio padre era orgoglioso di far parte di un esercito che lavora per ricostruire, per portare pace ed aiuto. Aveva creduto nel suo lavoro.

Spero che il sacrificio di papà serva per riscatto, per continuare la sua missione. Che il suo sacrificio possa contribuire a cambiare le cose”. Così, Giusy Pezzulo aveva accolto la notizia della morte del padre, barbaramente trucidato in Afghanistan il 13 febbraio 2008, nel corso di una missione di Pace. Ed aveva espresso un desiderio: “Voglio entrare nell’Esercito per continuare l’opera di pace iniziata da mio padre”.

Giusy Pezzulo Ma il suo desiderio si è scontrato, sinora, contro le ferree regole amministrative dei regolamenti che le impediscono di entrare nelle forze armate perchè è alta meno di 1.61. Ma Giusy vuole fortemente intraprendere la carriera militare, come il padre, il sottotenente Giovanni Pezzulo, ucciso dai talebani in Afghanistan mentre nel distretto di Surobi, insieme agli alpini paracadutisti del 4° Reggimento di Bolzano, gli uomini della cosiddetta Task Force “Surobi”, “in attività di cooperazione civile e militare, e sostegno sanitario alla popolazione”, furono fatti oggetto di “colpi di arma da fuoco portatile da parte di elementi armati ostili” a cui i militari italiani hanno risposto. Nello scontro rimase ferito anche Enrico Mercuri, di 31 anni, alpino paracadutista.

Ora, il suo sogno sta per avverarsi. Infatti, un disegno di legge bipartisan fa scendere a 150 cm il limite previsto per gli aspiranti soldati (uomini e donne) “parenti di vittime del dovere”. Il provvedimento sarà esaminato in sede deliberante dalla commissione Difesa del Senato.

Tra i sottoscrittori anche il senatore a vita ed ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, da sempre vicino alle Forze Armate. Nella relazione introduttiva al ddl si ricordano le parole della diciottenne Giusy dopo la morte del padre – originario di Casanova di Carinola – quando dichiarò “di voler intraprendere la carriera militare per portare a compimento il sogno del genitore scomparso”. Purtroppo, però, ad oggi, si legge nel provvedimento, “il desiderio di Giusy Pezzulo è rimasto tale: e ciò in quanto la sua statura, inferiore rispetto al metro e sessantuno richiesto dalla legge per le donne, la esclude dall’applicazione del decreto legislativo che disciplina l’ammissione nelle forze armate dei congiunti dei militari deceduti o divenuti permanentemente inabili nell’espletamento del proprio servizio”.

Il ddl modifica così i parametri richiesti per i congiunti delle vittime (165 cm per gli uomini e 161 per le donne), stabilendo per entrambi una statura non inferiore a 150 centimetri. Introducendo questa modifica, secondo il testo, si “onora la memoria ed il sacrificio di quanti hanno perso la vita servendo la Patria”. Peraltro, si aggiunge, il nuovo limite “non arreca alcun pregiudizio alla funzionalità dello strumento militare in termini di idoneità all’impiego del singolo, come può ricavarsi agevolmente dal fatto che analogo limite è già previsto per i militari di leva”.

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