Stupri, Berlusconi: “Servirebbe un soldato per ogni bella ragazza”

di Redazione

Silvio Berlusconi SASSARI. “Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, credo che non ce la faremmo mai…”.

E’ la frase, che sta creando una serie di polemiche, proferita dal premier Silvio Berlusconi nel parlare della necessità di dispiegare i militari sul territorio nazionale per difendere l’ordine pubblico. “Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare. Non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale”, ha aggiunto il Cavaliere, che, prima di decuplicare i soldati nelle città, ha annunciato la sua intenzione di parlare del piano con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “È chiaro che si dovrà approfondire il piano, il presidente della repubblica ricordo che è il capo delle forze armate”, ha detto il presidente del Consiglio.

Sulla concessione degli arresti domiciliari al giovane responsabile dello stupro di Capodanno a Roma, il suo commento è stato invece lapidario: “Non sono abituato a dare giudizi, è compito del ministro della Giustizia”.

Berlusconi, che si trova in Sardegna per la campagna elettorale del Pdl, nel teatro comunale di Sassari è stato contestato da alcuni presenti, che gli hanno urlato: “Fuori i soldi dell’Università” e “Giù le mani dalla Sardegna”. E lui ha risposto: “Magari oltre all’Unità cercate di leggere qualche altro giornale. L’università di Sassari è una gloria per tutta la Sardegna e avrà il sostegno totale e finanziario da parte nostra”, – ha detto il premier rivolto ai manifestanti, che nel frattempo venivano allontanati tra i fischi dell’intero teatro. Poi ha aggiunto: “La differenza tra noi e quelli della sinistra, e devo presumere che voi lo siate, è che noi non ci sogneremmo mai di andare a disturbare una vostra manifestazione”.

Sul candidato alla Regione del Pdl, Cappellacci, Berlusconi ha rassicurato che è in vantaggio di 4 punti sullo sfidante e governatore uscente Renato Soru, definito dal premier “un grande bluff”.

Altri temi affrontati dal presidente del Consiglio hanno riguardato l’immigrazione e le proteste di Lampedusa. “Stiamo lavorando ma nessuno ha la bacchetta magica. Abbiamo in parlamento un accordo fatto con la Libia che abbiamo tardato ad approvare, e dove c’è l’impegno del presidente del Senato ad approvare entro il 31, in modo che la Libia possa mettere in atto quelle misure di controllo delle coste contenute nell’accordo. Ma finché l’accordo non esce come definitivo dal parlamento la Libia si ritiene come non impegnata a promuovere quelle attività stabilite”.

Infine, una parentesi sulle intercettazioni, per le quali lo stesso Berlusconi, riferendosi al caso dell’archivio Genchi, ieri ha annunciato l’avvento, a breve, “del più grande scandalo della storia della Repubblica italiana”. “Abbiamo fatto uscire dal Consiglio dei ministri un disegno di legge che io mi sono subito augurato che potesse essere migliorativo. Le vicende ultime hanno dimostrato come queste intercettazioni siano una ferita inaccettabile per la privacy”, ha detto il Cavaliere, garantendo: “Bossi mi ha già detto che seguirà le nostre posizioni”.

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