Catanzaro, giovane bruciato: due dei fermati confessano

di Redazione

il luogo dell'agguatoCATANZARO. Due dei tre giovani fermati per il tentato omicidio di Cristian Galati, il 24enne di Filadelfia (Vibo Valentia) picchiato e dato alle fiamme la notte di Capodanno, hanno confessato.

Si tratta di Santino Accetta, ritenuto vicino al clan Anello di Filadelfia, Pietro Mazzotta, che con la sua auto avrebbe portato tutti sul luogo dell’agguato, ed Emanuele Caruso, colui che avrebbe maggiormente infierito sulla vittima.

I tre sono stati fermati grazie alla testimonianza dello stesso Galati, che poi ha perso conoscenza ed ora si trova in gravi condizioni al policlinico di Bari, dove è stato operato per la riduzione di un forte ematoma alla testa, provocato dalle bastonate infertegli.

Sembra che il gesto sia stato compiuto per punire Galati, ritenuto dai tre l’autore dell’incendio di una Volkswagen Golf di proprietà di Santino Accetta, uno dei fermati, avvenuto qualche mese fa.

I due reo confessi hanno raccontato di aver tratto in inganno Galati attraverso una chat, facendogli credere di essere una donna. Durante le conversazioni via internet, lo stesso Galati avrebbe rivelato di aver bruciato l’auto di Accetta. La sera di Capodanno hanno quindi deciso di entrare in azione: Cristian aveva festeggiato il nuovo anno in un locale della zona, dove sarebbescoppiato l’ennesimo litigio conAccetta, il quale, assieme ai due complici, avrebbe caricato Galati in auto, portandolo in un’area campestre. Uno sarebbe rimasto in auto, altri due avrebbero picchiato e dato alle fiamme lavittima.

I carabinieri avevano già escluso un collegamento tra l’episodio e la scomparsa, due anni fa di Valentino Galati, fratello di Cristian, per un caso di lupara bianca.

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