Gaza, scaduta la tregua ricomincia il combattimento

di Angela Oliva

scontri a Gaza (La Stampa)GERUSALEMME. Solo tre ore di tregua e poi l’incubo è ricominciato. Verso le 15, infatti, si è udito nuovamente il rumore del lancio dei razzi che stanno mettendo in ginocchio la striscia di Gaza.

Durante la pausa è stato concesso l’ingresso di alcuni aiuti umanitari e entrambe le parti si sono dette pronte al dialogo con l’Egitto. Israele, inoltre, ha smentito le parole del presidente francese Nicolas Sarkozy che aveva affermato che l’Anp aveva accettato la proposta di tregua franco-egiziana: Il presidente è lietissimo della notizia che Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese abbia accettato il piano franco-egiziano presentato ieri sera a Sharm el-Sheikh dal presidente Hosni Mubarak. Il capo dello Stato chiede che questo piano sia attuato il più rapidamente possibile per porre fine alle sofferenze della popolazione”.

Fonti politiche a Gerusalemme hanno smentito tali affermazioni dichiarando: “L’iniziativa egiziana è importante perché il presidente Mubarak ha compiuto ieri un passo importante accettando di vedere in quali modi sia possibile arrestare il contrabbando di armi a Gaza. Israele – hanno continuato le fonti – non negozierà con Hamas ma solo con l’Egitto, la Francia e gli Stati Uniti e non ci sarà alcun accordo con Hamas e quest’ultimo non riceverà alcun premio. Il prossimo arrivo di due inviati del premier israeliano in Egitto, Amos Gilad e Shlomo Turjeman, significa solo l’apertura di un processo di verifica del piano egiziano e solo alla sua conclusione sarà possibile per Israele prendere una decisione”.

Anche il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha parlato della crisi in Medio Oriente sottolineando l’importanza di perseguire una tregua: “Adesso occorre il controllo sul rispetto della tregua e sul flusso e il traffico di armi che alimentano Hamas, non solo da personale internazionale, ma anche da quello dell’Autorità nazionale palestinese, che deve riprendere il controllo delle frontiere. Serve una mediazione araba, e forse la mediazione egiziana può riuscire dove in passato ha fallito. Una presenza solo europea non sarà sufficiente ma quando vi saranno le condizioni siamo disposti a contribuire”.

Intanto aumenta sempre di più il drammatico bilancio che, fino ad oggi, è di 660 morti e circa 3mila feriti. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi a Gaza. I morti di oggi sono 22, fra cui persone colpite direttamente e altre decedute per le ferite. Il bilancio comprende anche otto persone i cui corpi sono stati rinvenuti sotto le macerie.

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