Teatro, Meola mette in scena due opere di Pirandello

di Redazione

 CASERTA. Sabato, 24 gennaio, ore 21, al Teatro “Caserta, città di Pace”, il regista Giovanni Meola, premio “Enriquez 2008”, presenta due atti unici di Luigi Pirandello, “L’uomo dal fiore in bocca” e “Cecé”, col titolo “Pirandellando”.

Le due opere sono state scelte da Meola per la loro complementarità ad «illustrare», in modo compiuto, l’universo pirandelliano nonché la nostra attualità. La sua regia è, come sempre, improntata all’apparecchio d’un quadro vivo, non paludato né che s’impaluda; e in riscontro, Enrico Ottaviano, Luigi Credendino, Sara Missaglia hanno agio di renderci un’interpretazione che tocca con efficacia sia le corde del pathos che del brio, con picchi da risata e pianto o quasi; e questo mai con mezzucci. L’operazione di Giovanni Meola, dunque, si distingue da tante operazioni consimili, perché, rivelando una cifra stilistica ed artistica notevolmente superiore alla media, ci dimostra che è ancora possibile trattare l’opera di un autore classico e straconosciuto senza scivolare nell’ovvia prosaicità dell’ordinario e del commerciale.

 “L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA” Inizio nottata in una stazione ferroviaria: due uomini si incontrano e cominciano a parlare. Ma alle vacuità e quotidianità di uno ben presto si contrappone la feroce e ansiosa voglia di godere l’attimo dell’altro che, condannato a morte da un tumore a forma di fiore sul labbro, racconta di una consapevolezza che solo il condannato a morte che sa di esserlo può raggiungere.

“CECÈ” Nella Roma post-unitaria Cecè, faccendiere e donnaiolo impenitente, riesce a truffare sia un commendatore venuto a ringraziarlo per un favore ricevuto che una splendida ragazza, che, per conquistare e mostrare agli amici, è beneficiaria di alcune cambiali che Cecè riesce abilmente a farsi restituire riuscendo a mantenere in piedi la stessa relazione con la ragazza.

note sul progetto

I due atti unici, uno drammatico l’altro insolitamente brioso e leggero (“CECÈ” è peraltro il primo lavoro scritto appositamente per la scena) hanno una caratteristica comune : illustrare contemporaneamente, e in modo compiuto riteniamo, l’intero universo pirandelliano ma anche la nostra società attuale con una vividezza addirittura allarmante, ché dall’epoca del grande drammaturgo certi costumi e comportamenti non sono affatto cambiati. Due atti unici dal segno opposto ma altrettanto significativi della poetica del maestro di Agrigento.

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