Burgio come Joe Petrosino: incubo dei criminali

di Redazione

Carmelo BurgioCASERTA. Ieri mattina il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ricevuto al Viminale gli autori dell’arresto del boss Giuseppe Setola.

Presente il colonnello Carmelo Burgio, comandante provinciale dei Carabinieri. Burgio, da quando ha assunto il comando a Caserta, è stato, sin dalla prima ora, l’incubo di criminali e camorristi. Con lui il crimine ha avuto cadute vertiginose. Se mi è concesso l’ardire, possiamo dire che il colonnello Burgio è il “Joe Petrosino” italiano. Petrosino, sin da quando entrò nella Polizia americana ,compì imprese leggendarie e meritorie, guadagnandosi persino la stima del Presidente degli Stati Uniti, di cui era grande amico e dal quale aveva grandissima considerazione. Burgio è fatto della stessa pasta.

Nato ad Anzio l’8 giugno 1957, appena quindicenne entra nella prestigiosa Accademia militare della “Nunziatella” di Napoli e da allora non smette mai più di portare l’uniforme. Approda con entusiasmo nell’Arma dei Carabinieri e, uso obbedir tacendo, come recita il motto dell’Arma, segue tutto l’iter gerarchico. A domanda transita nel prestigioso Reggimento Paracadutista “Tuscanica” dei Carabinieri e ne diventa il Comandante. Per la sua alta professionalità viene nominato vice comandante del “Gis”, il gruppo di intervento speciale dei Carabinieri voluto nel 1978 dall’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga. Dalla bolgia terroristica di Nassiriya, dove approdò all’indomani della strage che costò la vita, fra l’altro, a 12 carabinieri, Burgio viene paracadutato dritto dritto a Caserta, nell’inferno di Casal di Principe.

Il colonnello, volato da una mattanza a un’altra, viene incaricato di portare un attacco diretto al cuore dell’antistato camorrista. Eccolo il fine investigatore, sempre in prima fila con i suoi uomini come quando era al Tuscanica, che in quasi cinque anni ha quadruplicato il bilancio degli arresti e dei beni sequestrati disarticolando i clan che comandano dalla periferia nord di Napoli al litorale Domizio. Nessuno, meglio di lui, conosce i segreti di camorra. Dall’anno scorso ad oggi, i carabinieri hanno arrestato 235 camorristi, rintracciato 14 super latitanti, sequestrato e confiscato beni per oltre 200 milioni di euro. La risposta dello Stato, con Burgio, s’è fatta sentire, e questa pressione ha portato a pentimenti importanti.

Nel 2008, alla festa per i 194 anni dell’Arma dei Carabinieri, Burgio annunziò che sarebbe dovuto andare via perché era scaduto il suo periodo di comando a Caserta. Lo aspettava un biennio a Roma, in un ufficio del Comando Generale dell’Arma ad attendere la promozione a Generale di Brigata, ma è stato trattenuto a Caserta. “Appena giunto in questa provincia – affermò allora Burgio, nel corso della sua allocuzione – dissi che un reparto di carabinieri è un’azienda che produce sicurezza. Come tale, nel rispetto delle logiche aziendali deve ricercare l’attivo”. E che attivo.

Nel suo primo anno a Caserta, nel 2005, gli arresti furono 2.161 e le denuncie 3.571. L’anno successivo (2006) gli arresti salirono a 2.326 e le denuncie a 3.634. Il trend non si arrestò neppure nel 2007, quando gli arresti sono stati 2.695 ed i denunziati 5.001. Nei primi cinque mesi del 2008, gli arrestati sono stati già 1.228 e le denunzie 2.227. Ma l’attivo dell’azienda sicurezza dei Carabinieri non si valuta solamente per i grandi numeri, ma, soprattutto, per la qualità del lavoro. Nell’attività anti camorra, il Colonnello Burgio nel 2005 ha arrestato 111 camorristi, nel 2006 95, nel 2007 145 e, al 31 maggio del 2008, sono già stati tradotti nelle patrie galere 186 camorristi, molti di primo piano. Basti pensare che i latitanti arrestati nel 2005 sono stati 14, 15 nel 2006, 13 nel corso del 2007 e 14 super latitanti nel 2008. Personaggi che figurano nell’elenco dei cento criminali più ricercati d’Italia.

Anche il valore dei beni sequestrati fa risaltare le non comuni doti di investigatore del colonnello Burgio e dei suoi uomini. Il fiuto, la caparbietà, l’intransigenza, la lealtà verso le Istituzioni e, soprattutto, verso i suoi “nessuno escluso”, fanno di lui il “Carabiniere” più amato ed apprezzato della provincia di Caserta.

Anche sul versante dei sequestri di droga, i Carabinieri di Caserta vantano ottimi risultati. Dal 2005 ad oggi sono 180 i chilogrammi di stupefacenti sequestrati, 646 le armi e munizioni sottratte alla camorra, ma anche l’attività dei N.A.S. (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità), del N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) e del N.I.L. (Nucleo Ispettorato del Lavoro) hanno conseguito numerosi successi.

300 sono state le denunzie per assenteismo, oltre 10.000 i sequestri di motoveicoli per inosservanza delle norme sull’uso del casco e oltre 3.000 le auto e moto sequestrate per assicurazione mancante o falsa.

L’anno appena trascorso ha visto ancora una volta l’Arma in prima linea nella lotta al crimine di ogni tipo, con la ferma volontà di non deludere le istanze dei cittadini e di perseguire gli obiettivi di massima efficienza, saldamente ancorata ai valori irrinunciabili della militarietà ed ai principi di fedeltà alla Nazione e disinteressata dedizione, vere pietre fondanti dell’Istituzione.

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