Cineclub, la programmazione di gennaio

di Redazione

CASAGIOVE. La programmazione del mese di gennaio al Cineclub Vittoria. Fino a mercoledì 14 La Duchessa di Saul Dibb (Orario Spettacoli 16.00 – 18.30 – 21.15).

Solo Giovedì 15 Stella di Sylvie Verheyde (Orario Spettacoli 16.00 – 18.30 – 21.15). Da Venerdì 16 a Mercoledì 21 Appaloosa di Ed Harris (Feriali 16.00 – 18.30 – 21.15 – Sabato e Domenica 16.00 – 18.10 – 20.20 – 22.30). Giovedì 22 Il Giardino di Limoni (Orario Spettacoli 16.00 – 18.30 – 21.15). Da Venerdì23 a Mercoledì 28 The Millionaire di Danny Boyle(Feriali 16.00 – 18.30 – 21.15 – Sabato e Domenica 16.00 – 18.10 – 20.20 – 22.30) Vincitore del Golden Globe 2009come miglior Film, miglior Regia, miglior Sceneggiaturae miglior Colonna Sonora. Giovedì 29 Family Game di Alfredo Arciero (Orario Spettacoli 16.00 – 18.30 – 21.15). Alle ore 21.00il regista casertano Alfredo Arciero incontrerà il pubblico in sala.

Prossimamente al Giovedì Club
L’OSPITE INATTESO di Thomas Mc Carthy
SI PUO’ FARE di Giulio Manfredonia
LA FELICITA’ PORTA FORTUNA di Mike Leigh
QUALCUNO CON CUI CORRERE di Oded Davidoff
VALZER CON BASHIR di Ari Folman

Da non perdere…

Mercoledì 4/2ore 20.00 Presentazione del documentarioLA DOMIZIANA di Romano Montesarchio – In collaborazione con Suessola Film Festival

Mercoledì 11/2ore 21.00 Serata Evento in collaborazione con Settembre al Borgo e Mitreo Film Festival

Schede Film della Settimana

APPALOOSA

STELLA

Un film di Sylvie Verheyde. Con Leora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Thierry Neuvic. Drammatico, durata 102 min. – Francia 2008.

Francia, 1977. Stella, una ragazzina dei quartieri operai, viene ammessa a frequentare il primo anno di una prestigiosa scuola media, dove si trova come un pesce fuor d’acqua finché non conosce Gladys, la prima della classe, amica per errore e per fortuna.Prima che Gladys le offra le parole che le mancano, Stella è cresciuta con i testi del juke-box, per casa un rumoroso bar di periferia e per famiglia una schiera di disadattati e alcolisti; presenze fisse (habitués) ma non propriamente mature, tra le quali spicca l’angelo buono (a nulla) di Guillaume Depardieu. Stella, della regista Sylvie Verheyde, è dunque il racconto di ciò che avviene quando una ragazzina spensierata e trascurata comincia a prendere coscienza che il suo mondo non è l’unico possibile, non è il migliore, forse non è nemmeno più quello che la fa felice. Nessuno, fino ad ora, le aveva mai insegnato l’ortografia, nessuno le aveva mai detto che esiste una scrittura “retta” dell’esistenza e che lei, se non si trova agli antipodi, di sicuro parte quanto meno “svantaggiata”. A noi spettatori, però, lo anticipa la macchina da presa, superandola regolarmente nella sua corsa verso casa, come a sottolineare il gap, la strada che le resta da fare. Leggermente doloroso, come un cordone ombelicale che si spezza, divertente, come una lingua straniera messa in bocca ad una principiante volonterosa ma impreparata, il film in gran parte autobiografico della Verheyde, affidato all’aria fragile e misteriosa di Léora Barbara, è un racconto di formazione che non aggiunge forse nulla di nuovo alla già nutrita schiere di “Zazie” dello schermo (non ultima Little Miss Sunshine) ma riesce a raccontare un’epoca e un’età fondendole magicamente tra loro, senza mai indugiare nella nostalgia. Perché, in fondo, questo piccolo film di grandi attori (la madre e il padre della protagonista, in primis), più ancora che il tenero ed amaro diario di un’adolescente che ha saltato l’infanzia, è il racconto di un’opportunità. I francesi dicono “chance”, che suona un po’ “fortuna” e un po’ “caso”, ma è comunque un’opportunità. Dunque bando alle nostalgie (tanto italiane) e largo ai film come questo, che, come i bei romanzi, si vorrebbero veder proseguire. www.mymovies.it

APPALOOSA

Un film di Ed Harris. Con Viggo Mortensen, Renée Zellweger, Jeremy Irons, Ed Harris, Lance Henriksen. Western, durata 116 min. – USA 2008.

La più sensazionale resurrezione dai tempi di Lazzaro è stata quella del Western al recente Festival di Roma.A giudicare dalla trionfale accoglienza all’Auditorium il film di Ed Harris potrebbe segnare una data. Dopo quarant’anni di delusioni e false partenze, come veterano cultore di un genere considerato estinto da Appaloosa non mi aspettavo granché, tanto più che un film con questo titolo fu fatto già nel ’66 con Marlon Brando, tradotto A sud-ovest di Sonora . Veniva insomma da pensare a un “remake” e invece non c’entra niente: in quel film Brando partiva alla riconquista di uno stallone Appaloosa che gli era stato rubato, qui il nome è quello di un borgo immaginario nel New Mexico dove un paio di pistoleri si offrono come sceriffi illudendosi di poter restaurare la legge e l’ordine (ma non hanno fatto i conti con la politica). Forse perché si trovava in Italia, Harris ha citato fra i suoi ispiratori Sergio Leone, pur avendo fatto in realtà esattamente il contrario: se il regista di Per un pugno di dollari recise i legami del western con la storia a vantaggio di un alto manierismo, in Appaloosa si rinsaldano i rapporti da una parte con l’aspra cronaca del West e dall’altra con i classici di John Ford e Howard Hawks. Si torna a respirare l’aria aperta delle grandi pianure. Chissà se questo capolavorotornerà finalmentea fare proseliti? – Tullio Kezich Da Corriere della Sera Magazine.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico