Cineclub, grande weekend con “The Millionaire”

di Redazione

The Millionaire CASAGIOVE. Da venerdì23 a mercoledì 28The Millionaire di Danny Boyle(Feriali 16-18.30-21.15 – sabato e domenica 16-18.10-20.20-22.30).

Vincitore del Golden Globe 2009come miglior Film, miglior Regia, miglior Sceneggiaturae miglior Colonna Sonora- 10 Nominations agli Oscar (tra cui Miglior Film e Miglior Regia)

Un film di Danny Boyle. Con Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irfan Khan. Commedia, durata 120 min. – Gran Bretagna, USA 2008

Danny Boyle, il regista di Manchester di «Trainspotting» e «Sunshine» fa una mossa d’ autore fantascientifica e gira il suo primo film in India, a cavalcioni tra l’ estrema povertà e l’ esibita ricchezza, e fa centro per la genialità della struttura. «The millionaire» è un film originale, bifronte, speculare, in cui un ragazzo, umiliato e offeso dalla vita nei peggiori bassifondi di Mumbay, rischia di vincere 20 milioni di rupie a «Chi vuol esser milionario», quiz tv. Jamal è sospettato di truffa, arrestato, e subisce, nell’ ordine surreale del montaggio, le domande della polizia e del presentatore. Ogni volta la sua mente, il suo cuore e la sua memoria corrono al passato, agli affetti traditi, all’ amore perduto, alla mamma defunta e al fratello che ha scelto altra etica: finché arriva il gong. Scritto da Simon Beaufoy («The full monty»), tratto da «Le 12 domande» di Vikas Swarup (ed. Teadue), il film ha vinto a Toronto il premio del pubblico, sta facendo tutto esaurito in Usa e si mette in prima linea agli Oscar. A tutto questo ora si aggiunge, per destino – era scritto, dice l’ ultima scena – la concomitanza della tragedia terrorista a Mumbay e proprio alla stazione Victoria Terminus, dove è partito l’ attentato, è ambientato il balletto finale in stile Bollywood per dire che la vita è tutto un quiz ma merita fiducia. Happy end a suo modo finto, virgolettato che chiude a cerchio una storia che Boyle racconta prima con la rabbia e l’ impeto neorealista di chi scopre l’ inferno a portata di mano e sguardo, gli slum Dharavi e Juhu, stile «Salaam Bombay», poi s’ accomoda negli studi dove la vita è ovattata, virtuale: il denaro corruttore a portata di sogno. Infine si butta, dal trampolino sociale, su Frank Capra dopo aver mostrato un’ infanzia da Oliver Twist. I significati stanno dentro gli stili, tutto diventa attuale pure per noi e il cast è di naturale sintonia anche se l’ ottimo protagonista Dev Patel è l’ unico «immigrato» preso dal serial «Skins» mentre gli altri vengono dalla strada, dai set indiani.

Maurizio Porro Il Corriere della Sera

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