Caso De Lieto, Ciaramella ammette errore: “Lo correggeremo”

di Nicola Rosselli

Giuseppe De LietoAVERSA. Il sindaco Ciaramella ammette l’errore sulla trascrizione nell’elenco dei sindaci del comune di Aversa del nome di Giuseppe De Lieto, primo cittadino dal 1907 al 1910, quando fu assassinato da un camorrista che chiedeva somme al comune.

In una nota inviata al consigliere comunale Paolo Santulli, che aveva sollevato il caso, Ciaramella, dopo aver ricordato che l’idea di redigere un elenco ufficiale dei sindaci nacque nel 2006. “L’elenco dei suddetti è stato desunto dalla Storia di Aversa del professor Leopoldo Santagata. Tale opera a pag.1217, per un evidente refuso, riporta il nominativo di Giuseppe de Lieto come “Pitero Lieto”, erroneamente interpretato come “Pietro Lieto”. Lo stesso Ciaramella assicura che al più presto sarà corretto l’errore. Intanto, presso il liceo classico “Cirillo”, organizzato dallo stesso istituto, dall’assessorato alla cultura e dall’Osservatorio Politico Sociale “ Libero”, si terrà, il 23 gennaio prossimo, un convegno sul tema: “Giuseppe de Lieto Sindaco, una storia da rileggere”, relatori: Tommaso Zarrillo, preside del liceo aversano, il sindaco Mimmo Ciaramella, l’assessore alla cultura Nicola De Chiara, Paolo Santulli, fondatore Osservatorio “ Libero”, Leopoldo Santagata, storico; moderatore: Raffaele Santulli. L’ex parlamentare forzista, attualmente consigliere comunale dell’Unione di Centro, in un’interrogazione aveva parlato di “colossale bugia che non solo cancella la verità istituzionale , che è facile reperire negli atti comunali, ma “copre” un misfatto di cui è già stato vittima la persona interessata”. La persona interessata, l’avvocato duca Giuseppe de Lieto, di S.Martino e Casignano, morto all’età di 41 anni, fu ucciso il 17 novembre 1910, da un pregiudicato per fatti di sangue: Nicola Vitale, “avanzo di galera, come fu definito dai giornali di allora, che era uscito da circa due mesi dal carcere, affiliato alla malavita, che voleva vivere a spese altrui, in particolare del comune”.

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