Musto: “C’è un tempo per ricominciare”

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. Fa una triste impressione guardare uomini in divisa equipaggiati i con giubbotti antiproiettile, armi, tenuta da combattimento.

Passano davanti al presepe così bello, così cristiano, modello di pace nel mondo, quella culla che trasmette armonia all’intera umanità. Militari che scendono, o pronti per la partenza, dalle colonne di automezzi, per le operazioni di caricamento e scaricamento delle armi. Scenario la splendida cornice dell’ingresso alla Scuola Specialisti dell’Aeronautica di Caserta, dove sono accasermati i parà della ‘Folgore’. Uomini impegnati nel difficile e gravoso compito per la liberazione del cancro della malavita nel territorio aversano.

In quasi trent’anni di felice convivenza con gente in divisa sono abituato a tutti i colori delle Forze Armate e Corpi di Polizia. E’ però penoso assistere a scene da teatro di combattimento, equipaggiati da esercitazioni, operazioni, o missioni in terre lontane, come Kabul, Libano, o altro, dove è necessario il ripristino della democrazia. Da Caserta gli autoblindo scorrono veloci, in direzione fascia domitiana, o l’agro aversano, la nostra terra. Ragazzi in divisa che con elevato senso di responsabilità sono impegnati come a Kabul, Pristina, Nassiria. Terra dei casalesi, dell’agro aversano, non significa di gente di camorra, o malavitosi, che impongono violenza, prepotenza, imbarbarimento, questi sono qualcuno. Quella minima parte di gente debole, che per contare, si impone dettando regole con prepotenza e violenza, non mostra le vere capacità e potenzialità che pure hanno, gustando il vero sapore della vita, quella vissuta serenamente.

C’è un tempo per ricominciare per tutti. Casalesi, gente dell’agro aversano, è sinonimo di gente che lavora, con tanto entusiasmo vuole continuare a farlo, mostrando i muscoli, o professionalità, tutte potenzialità che parlano da sole, senza urlare o menare i cani nell’aia. Gente che dice “facciamoci la lotta”, a chi fa meglio per la nostra azienda, che è la terra dei casalesi, dei trentolesi, e di tutto l’agro aversano, senza più giudizi severi. Basta violenza ma anche alle intercessioni di politici o burocratici che dicono o fanno capire ‘Se non paghi muori di fame’, questo non fa differenza da chi con violenza dice ‘O paghi o ti ammazzo’. Non ci saranno più facili passerelle del momento, che fanno spuntare come funghi associazioni, bianche, rosse, o verdi, non perché amano il tricolore ma solo perché in attesa di una poltrona. Inchiodiamo le gambe alle nostre terre, alle capacità e potenzialità, soprattutto giovanili, non facciamoli più scappare via. Per farlo non c’è bisogno che qualcuno suona la sveglia e dica cosa bisogna fare o non fare, ognuno sa bene la sua parte.

Per chi crede in Dio, restano poche decine di anni da vivere, un tempo così limitato per meritarci l’eternità, per chi non in Dio, resta la voglia di vivere serenamente. I ragazzi della ‘Folgore’ non sono equipaggiati e schierati per fare dei prigionieri, al contrario per liberare la libertà che nell’agro aversano non deve essere più un optional. Di questo grazie anche a loro. Buon 2009.

FRANCO MUSTO
funzionario civile del Ministero della Difesa
giornalista
onorato e orgoglioso di essere cittadino
di Trentola Ducenta e dell’agro aversano

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