Padre Rungi: “No a’ cape e’ Lavezzi”

di Redazione

FuochiMONDRAGONE. Lancia un nuovo appello e monito contro i botti di Capodanno e lo fa con in dialetto napoletano. E’ il teologo morale campano, padre Antonio Rungi, uno dei massimi esponenti della prevenzione contro i botti di capodanno.

Già da oltre un mese il teologo ha lanciato la sua campagna di prevenzione contro i botti di quest’anno, ora in vista degli ultimi giorni del 2008 e del passaggio al 2008, padre Rungi si rivolge a tutti coloro che “hanno la cattiva abitudine di festeggiare il passaggio al nuovo anno sparando fuorchi artificiali pericolosi, dannosi e costosi”. Da qui il suo appello rivolto in particoare a tutti i napoletani e campani, ma esteso a tutti gli italiani “No a’ cape e’ Lavezzi, ma la testa a posto per fare vera festa”. Chiaro riferimento a nuova bomba costruita appositamente per i fuochi di capodanno e che porta il nome del calciatore del Napoli, il nuovo beniamino dei napoletani, dopo il ciclo di Maradona. Questa bomba arriva fino a 300 euro di costo sul mercato nero, come si legge dai giornali. “In un tempo di miseria, fame, disoccupazione e recessione -afferma padre Rungi- è uno sfegio alla povertà spendere soldi e bruciarli in un istante per il gusto di sparare in proprio nella notte di Capodanno. E’ un grave atto immorale sapendo che simili ordigni possono mettere a repentaglio la propria ed altrui vita. Avere la testa a posto significa allora evitare tutti quei rischi che derivano direttamente dall’uso improprio e distorto di veri e propri ordini di morte come sono certi fuochi artificiali pericoli e potenti nella loro confezione”. Padre Rungi fa appello “non solo alle Forze dell’Ordine che già stanno operando da tempo in questo campo per prevenire sofferenze e morte a causa dei botti di Capodanno”, ma si rivolge anche “ai vescovi, a tutti i sacerdoti impegnati nella cura delle anime, soprattutto nel Meridione d’Italia, perché in questi giorni conclusivi portino avanti una vera e propria catechesi sulla difesa della vita, parlando anche dei tanti rischi che arrivano alla integrità della persona umana dai botti di Capodanno o da altri comportamenti in netto contrasto con il valore della vita umana, quali l’uso degli stupefacenti e quello incontrollato dell’alcool. Tutti insieme -afferma il teologo Rungi- possiamo vincere la piaga dei botti di Capodanno che semina sofferenza e morte in tante famiglie italiane nel passaggio al nuovo anno. Mi auguro che la recessione mondiale in atto e soprattutto la crisi economica che sta vivendo l’Italia porti a far ragionare ed agire meglio coloro che spendono, a volte, migliaia di euro per una notte di follia e pazzia, evitando di sparare i botti di capodanno e destinare tali somme per cose più utili per sé e per i propri cari”.

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