Riforma Giustizia, Berlusconi minaccia lo stop al dialogo

di Angela Oliva

Silvio Berlusconi e Walter VeltroniE’ scontro duro tra maggioranza e opposizione sulla riforma della giustizia.

Da un lato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha deciso di fare tutto da sé e minaccia di interrompere il dialogo con l’opposizione: “Ditemi voi come si può dialogare con chi dice che in Italia sei un dittatore, che in Italia c’è un regime ed è colpa tua, che sei Hitler, Videla, il diavolo, un corruttore politico. Voi vi siedereste al tavolo con chi ha questa opinione? È impossibile. Gli italiani – continua il premier – sanno che una riforma della giustizia sia civile che penale è assolutamente indispensabile, lo abbiamo promesso in campagna elettorale e quindi abbiamo il dovere di attuare questa riforma”.

Da Parigi arriva la risposta del segretario del Pd Walter Veltroni che denuncia l’irresponsabilità del Cavaliere: Il comportamento del presidente del Consiglio è del tutto irresponsabile. L’Italia sta entrando nella più drammatica crisi sociale che la nostra generazione ricordi e il presidente del Consiglio cerca costantemente di alimentare una situazione di scontro e di creare condizioni di divisione nel Paese. All’opposizione – aggiunge il leader Pd – che ha responsabilmente detto di essere disponibile a collaborare per fronteggiare la crisi, ha risposto dicendo ‘me ne frego’. E sulla giustizia afferma di voler cambiare la carta costituzionale solo con la maggioranza. Si tratta di un comportamento del tutto irresponsabile, che riceverà nel Parlamento e nel Paese la risposta che merita”.

Insiste su una riforma condivisa il presidente della Camera Gianfranco Fini che, come ha sostenuto anche il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, ha affermato che “le riforme in materia di giustizia «devono poter avere la collaborazione dell’opposizione”.

Ma lo scontro più duro arriva con l’Italia dei Valori con il leader Antonio Di Pietro che ha affermato: “Noi dell’Italia dei Valori sulla questione giustizia siamo irremovibili, non vogliamo deformarla per fare in modo che ci siano due giustizie: per i poveri cittadini zero tollerance, per i potenti di Stato lodo Alfano, leggi ad personam, impunità. Sul tavolo di Berlusconi, né sopra né sotto non ci siederemo mai. Berlusconi vuole deformare la giustizia per sottoporre i giudici, e in particolare il pm, al potere del governante di turno. Egli non vuole riformare la giustizia ma fare in modo che non funzioni. Per questo l’Idv non cadrà nel trabocchetto della proposta di dialogo, come lo chiamano loro, perché sarebbe come affidarsi ad una morsa mortale per la giustizia.

Apre al dialogo, invece, Pierferdinando Casini dell’Udc che, dopo aver annunciato che il suo partito non rientrerà nel Pdl, ha affermato: L’Udc si siederà al tavolo della riforma della giustizia e ritiene anche il Pd debba fare lo stesso, senza accettare provocazioni”. Così si è espresso l’ex presidente della Camera a margine del vertice del Ppe in corso a Bruxelles. La riforma della giustizia è necessaria. Per negoziare – ha concluso Casini – ci sono delle condizioni, ma queste le vedremo al tavolo. Con Alfano abbiamo avviato un dialogo che porteremo avanti nei prossimi giorni”.

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