Omicidio Hina: confermati 30 anni al padre, 17 ai cognati

di Redazione

HinaBRESCIA. Confermata in appello la condanna a 30 anni di carcere per Mohamed Saleem, il padre di Hina, la 22enne pachistana uccisa l’11 agosto 2006 perché voleva vivere secondo lo stile occidentale.

La Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha invece ridotto da 30 a 17 anni la pena per i due cognati della vittima, ritenuti complici nell’omicidio. Al termine del processo, così come avvenne per la sentenza di primo grado, la madre della ragazza ha urlato disperatamente contro la conferma della condanna del marito, reo confesso,e si è rifiutata di lasciare il palazzo di giustizia.

In occasione della prima sentenza, pronunciata il 13 novembre 2007 dal tribunale di Brescia, gli imputati finirono tutti in carcere, tranne lo zio della ragazza, rimesso in libertà.

Hina fu uccisa a Sarezzo, nel bresciano, e sepolta nel giardino di casa, avvolta in un lenzuolo bianco. La famiglia non le aveva perdonato di non essere una “buona musulmana”. Infatti, la ragazza era fidanzata con Giuseppe, un ragazzo di 33 anni bresciano e cattolico,conviveva con lui, e aveva tenuto nascosto alla famiglia che aveva anche un lavoro.

La figura di Hiina, in questi anni, è divenuta un simbolo della lotta per l’emancipazione delle donne musulmane.

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