13 dicembre 1294, Celestino V: il Papa del rifiuto

di Redazione

Celestino VAccadde Oggi. Non sapremo mai quali furono le reali cause del “gran rifiuto” di Celestino V al soglio papale. Codardia? Semplice paura? Incapacità a governare?

Tutti quesiti che resteranno senza risposta anche a circa 750 anni di differenza. Ma il gesto di Pietro Angeleri da Morrone, diventato Papa proprio con il nome di Celestino V resterà nella storia per essere stato quello unico dell’uomo che seppe dire di no. Nasce tra il 1209 ed il 1215, forse ad Isernia, forse a Sant’Angelo Limonano, ma anche Sant’Angelo in Grotte ne vanta la genitura. Da giovanissimo lo si ritrova subito nel Convento Benedettino di Santa Maria in Faifoli. Asceta e solitario già nel 1239 si ritira in una caverna sul Monte Morrone, in tenimento di Sulmona. Dopo una permanenza romana torna in grotta sempre sul Morrone, da quì dopo cinque anni si sposta in un anfratto ancora più remoto sulla Maiella in Abruzzo. Costituisce la congregazione dei frati di Pietro da Morrone, ramo dei monaci benedettino, che diventerà ordine dei Celestini. Celebri sono i suoi viaggi a piedi in Francia a Lione, dove in occasione del Concilio di Lione si reca per evitare che fosse sciolto il suo ordine. Il 4 aprile del 1292 muore Papa Niccolò IV , il conclave , composto da soli dodici porporati, non riesce a trovare una soluzione sul nome del nuovo Papa. L’arrivo della peste a la morte del cardinale francese Cholet aggraverà la scelta. Dopo ben due anni di inutili incontri, con la sede spostata a Perugina, sarà l’irruzione in sala di Carlo D’Angiò re di Napoli, stufo di attendere e abbisognevole di avalli pontifici sui trattati per la gestione della Sicilia, che fece accelerare i lavori. Dopo ben 27 mesi, fu trovata la quadra sul nome di Pietro Angeleri, l’asceta, il mistico, ma anche il più lontano dagli intrighi della Chiesa di allora. Si trattò sicuramente di una scelta di comodo. Il frate rifiutò fin da subito, poi accettò non proprio convinto. Incoronato il 29 agosto del 1294 emanò subito, dalla chiesa di Santa Maria di Collemaggio (L’Aquila) la bolla del perdono, conosciuta come la Perdonanza, sarà il primo vero Giubileo della Chiesa Cattolica. Carlo D’Angiò divenne subito il suo “maresciallo” e Celestino V ratificò subito i patti per la successione della Sicilia. Nominò subito ben 13 nuovi cardinali, nessuno romano e trasferì la sede della Curia da L’Aquila a Napoli nel Castel Nuovo. Il 13 dicembre del 1294, dopo solo quattro mesi dalla sua elezione, Celestino V, sconsigliato da Carlo d’Angiò, ma fortemente aiutato dal cardinale Castani, abdicò per gravi motivi. Pare che la bolla fosse stata scritta proprio dal cardinale Castani, che dopo solo undici giorni sarà eletto dal Conclave riunito proprio a Napoli, nuovo Papa. Per Benedetto Castani, laziale di Anagni, arriva il nome di Bonifacio VIII. Le paure che Celestino V fosse rapito dai cardinali francesi, nemici del Castani, fece sì che il povero frate venisse rinchiuso nella rocca di Fumone in Ciociaria, qui morirà il 19 maggio del 1296. Tra le notizie strambe rientra anche quella del rapimento della salma di Celestino V nel 1988, poi ritrovata nel comune di Amatrice.

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