Spazio alla speculazione edilizia

di Redazione

PinetamareCASTEL VOLTURNO. Non si tratta di razzismo né di guerra fra clan criminali italiani e africani; il progetto è diverso: allontanare i migranti dal territorio affinché si possa procedere più facilmente ai mega-programmi di riqualificazione del litorale domizio, che faranno affluire milioni di euro sui cui la camorra casertana ha già messo gli occhi.

L’aveva spiegato oltre due mesi fa il missionario comboniano p. Giorgio Poletti, intervistato da Adista all’indomani della strage di Castelvolturno dello scorso 18 settembre (quando alcuni killer, probabilmente affiliati al clan dei casalesi, uccisero sei migranti – quattro ghanesi e due togolesi – che si trovavano all’interno di una sartoria del popoloso centro campano; v. Adista n. 67/08). Parole che allora si persero nelle analisi e nelle cronache della ‘grande informazione’ – pronta a sposare subito la tesi precostituita della guerra fra clan – ma che ora risultano quasi profetiche.

Lo scorso 21 novembre, infatti, con una mega operazione scattata all’alba, polizia e carabinieri hanno sgomberato oltre 90 migranti africani (molti dei quali rifugiati e richiedenti asilo) che abitavano, in affitto, negli appartamenti dell’American Palace di Castel Volturno portandoli in diversi Cpt disseminati nella Penisola o accompagnandoli direttamente al confine. “Sono stati perquisiti gli appartamenti, sfasciati vetri e porte alla ricerca di quattro latitanti, armi e droga”, raccontano gli attivisti del Centro Sociale Ex-Canapificio e del Movimento Migranti e rifugiati di Caserta. Contemporaneamente, lungo la via Domitiana “i migranti in attesa degli autobus di linea per recarsi al lavoro venivano presi dalle forze dell’ordine, su ambo i lati della strada e caricati sui cellulari”. Novanta in tutto le persone fermate, anche se nessuno con precedenti per droga o per altri reati; diversi sono titolari di un permesso di soggiorno per richiesta di asilo o per motivi umanitari, altri erano migranti in Italia da diverso tempo, lavoratori da anni sfruttati nell’edilizia e nell’agricoltura campana.

È stata “un’operazione dal carattere tanto simbolico quanto intimidatorio, spinta, probabilmente, dagli interessi tesi a ridurre drasticamente la presenza della comunità immigrata, magari per lasciare il posto ad una nuova speculazione edilizia”, denunciano i centri sociali del casertano. “In un territorio soffocato dalla criminalità, un blitz violento come questo smaschera l’intento dello Stato di disinteressarsi della soluzione dei problemi reali e farsi garante dei poteri forti presenti sul territorio”.

ADISTA (luca kocci)

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