Scontro a tutto campo sul nuovo ospedale

di Redazione

il sindaco Antropoli CAPUA. Disponibilità dell’area da parte dell’Asl Ce 2, progetto esecutivo e fondi per la costruzione.

Questi i tre elementi essenziali per la realizzazione del nuovo ospedale che accorperà, così come ribadito nell’ultimo piano ospedaliero licenziato dalla Regione Campania in regime di rientro della spesa sanitaria, i nosocomi di Capua e Santa Maria Capua Vetere. E come emerso nuovamente nel corso del consiglio comunale aperto chiesto dall’opposizione di centrosinistra, nessuno dei soggetti politico-istituzionali coinvolti, è pronto a fare la propria parte.

Il comune di Capua, pur avendo avviato le procedure di esproprio dell’ex campo profughi, zona prescelta per la localizzazione del nuovo ospedale, non è in possesso dell’area; l’Asl Ce 2 guidata dalla managere Costantini che non ha pronto il progetto e la Regione Campania che non ha i fondi dopo che quelli disponibili qualche anno fa sono ritornati al governo che ne ha fatto altro uso in questi momenti di crisi economica. Insomma un guazzabuglio che, nella discussione consiliare, presenti anche l’arcivescovo di Capua, Bruno Schettino e i consiglieri regionali Paolo Romano e Gennaro Oliviero, si è cercato di riordinare, fermo restando la volontà di una parte del civico consesso, di acquistare con urgenza l’area, con o senza certezza del nuovo ospedale. Ma il sindaco Antropoli (nella foto), che punta decisamente sull’esproprio dell’area demaniale e non sull’acquisto, ha spiegato il perché: «Non sperpero i soldi della collettività acquistando l’area, quando gli altri non svolgono il proprio ruolo. È da mesi che aspettiamo una risposta dall’Agenzia del Demanio per procedere all’esproprio, avendo già il comune acceso un mutuo per tale procedura che è certamente più conveniente economicamente. Allo stato mancano i fondi ed il progetto esecutivo del nuovo ospedale, perché impegnare pubblico denaro per l’acquisto dell’ex campo profughi?».

A rispondergli, con una vena di polemica, Romano, che si è chiesto il perché della differenza di «procedure e sensibilità» tra questa operazione e le altre grandi realizzazioni in cantiere a Capua. «Tra l’esproprio e l’acquisto – ha spiegato – conviene acquistare perché, anche se malauguratamente l’ospedale non si costruisse, il comune potrebbe rivendere l’area, guadagnandoci. E poi, non occorre il progetto esecutivo per muoversi anche perché se l’ex campo profughi non verrà messo a disposizione dell’Asl Ce 2, nessun documento tecnico verrà mai stilato». Gli errori della sanità casertana e sul Palasciano in particolare, sono stati un altro punto dolente. «C’è stata e c’è poca attenzione verso la sanità pubblica della nostra provincia – ha affermato Oliviero – ed occorre la compattezza di tutti i rappresentanti politici nostri e non la divisione. Acquistare l’area dell’ex Caps conviene anche se credo che l’accordo di programma si farà solo se il governo avrà disponibilità economica per ridistribuire il 35 per cento dell’ex articolo 20. Un po’ difficile con la crisi economica in atto».

La volontà emersa alla fine è stata l’acquisto dell’ex campo profughi, anche se per il tipo di consiglio comunale, nessuna delibera si è potuta adottare. Intanto si aprono spiragli per la funzione del vecchio ospedale, il Palasciano, presso il quale, così come stabilito dal nuovo piano ospedaliero, dovrebbero crearsi 20 posti letto di chirurgia con medici del primo Policlinico dell’Università di Napoli.

da “Il Mattino”, 02.12.08 (di Stefano Canciello)

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