Apicella: “I cittadini devono riappropriarsi della città”

di Redazione
Giuseppe ApicellaTRENTOLA DUCENTA. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del leader dell’opposizione, Giuseppe Apicella, sulla situazione politico-amministrativa in città.

“Un’altra pagina”. Alla base di “quest’altra pagina” sta
lo sforzo di voler capire una città difficile come Trentola Ducenta, la realtà
dei suoi cittadini e le aspirazioni per un cambiamento radicale. Una città
dissestata non solo per i molteplici problemi connessi al suo risanamento
mancato, ma anche perchè preda di pochi
avventurieri della politica
, sprovveduti ed arroganti.

La nostra città da qualche settimana sta
diventando il campo di battaglia di opposte fazioni. Un lento e progressivo
deterioramento, dovuto ad asfissia politica e ad interessi di parte, sta
rendendo invivibile la nostra comunità cittadina dilaniata da polemiche e
giochini di potere, volti a consolidare solo alcune posizioni.

Bisogna avere la
forza e il coraggio di “riappropriarsi della
città”
nella più pura, trasparente e legale tradizione democratica. Non il
potere di pochi, non la schizzofrenia ed arrogante gestione amministrativa di
un èlite ammantata di perbenismo, ma il servizio per il bene della comunità che
bisogna esercitare in nome e per conto della stessa. Ritengo, infatti, che non si può parlare di bene comune se non a
partire dai valori che fondano la dignità della persona e non si può parlare di
democrazia se non la si ancora a questi stessi valori.
Ed è proprio intorno
alla condivisione di essi, tradotti in nuova mentalità, in modi di pensare, in
comportamenti che si costruisce e si definisce l’identità di una città e quindi
di una comunità civile.

I temi della
legalità, della questione morale, della solidarietà e della partecipazione sono
le vere ragioni che mi spingono ad intervenire per dare voce a quell’istanze di
novità che la nostra città da molto tempo richiede.
Se è vero che la
politica è quella forma dell’agire umano che ha come fine proprio il bene
comune, molta strada bisogna ancora percorrerla! Essa nasce per servire la città e i cittadini.
Ma nasce soprattutto per offrire ad essi nuovi spazi di cultura, di confronto,
di dialogo, di partecipazione dando a tutti la possibilità di sentirsi parte
attiva e protagonisti della stessa. La
politica deve essere sempre sorretta da una nuova tensione etica,

promuovendo una cultura della responsabilità sociale che ogni cittadino deve
maturare. Trentola Ducenta ha bisogno di una esperienza politica nuova che scompone
le vecchie forme e le assodate appartenenze e reclama una sintesi politica alta
e coraggiosa. E quindi la scelta di dare via ad un percorso politico connotato
di valori forti, testimoniati in una realtà come la nostra lacerata da
avvenimenti che segnano l’agitato crepuscolo politico di questi anni appena
trascorsi.

Riappropriarsi dei valori
della legalità, della solidarietà, della trasparenza, dello spirito di servizio
e riproporli programmaticamente è una scelta necessario per chi segue un
imperativo morale: ma è anche una forte testimonianza che non può adeguarsi
alla “mentalità corrente” perché non segue i trasformismi agevoli e i facili
trapassi di campo!
Il sistema politico deve avere la sua centralità nella
persona umana. Solo questa certezza potrà spingerci in uno sforzo corale e
costante per la conquista di una nuova mentalità e di un saldo sistema di
valori come quelli della solidarietà, della netta definizione dei diritti e dei
doveri dei cittadini, nel rispetto della tutela del territorio, della politica
intesa come umile e qualificato servizio da rendere alla comunità locale, dalla
diffusione reale delle informazioni, dell’efficienza e della trasparenza
amministrativa cui ancorare la gestione della città.

Il rinnovamento della politica passa anche attraverso quello del
funzionamento della macchina amministrativa.
L’apparato burocratico ha una
sua caratteristica: quella di essere terribilmente sensibile al clima politico
dominante. Se cambia il clima la burocrazia si adegua! Non è indifferente che
ci siano degli amministratori che considerino la città un insieme di pietre e
di cemento, o che invece considerino la città un insieme di persone! Non è
indifferente avere degli amministratori che considerino la legalità un fatto
accessorio o che al contrario la considerino un elemento essenziale.

Una
democrazia compiuta deve reggersi necessariamente sul corretto rapporto tra
consenso, potere e responsabilità. Chi ha il consenso deve avere anche il
potere. E chi ha il consenso e il potere deve anche essere responsabile. Allora
cambiare è possibile! Ma occorre riflettere sugli strumenti del cambiamento:
occorre difendersi dai colpi di coda e dalle vischiosità del vecchio sistema.
Occorre evitare che la transazione del vecchio al nuovo duri troppo.

Quando il vecchio resiste, il nuovo si
sciupa.

Giuseppe Apicella

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