Teverola diventa città, ma le aziende sono in crisi

di Redazione

Biagio LusiniTEVEROLA. Con tutti i disagi che ci ritroviamo, davvero difficile esultare». Così Francesco Caputo, capogruppo del Pdl in consiglio comunale, commenta il titolo di Città conferito al Comune di Teverola.

Il riconoscimento, giunto principalmente per meriti legati alla crescita industriale e commerciale del centro attraversato dalla statale Appia 7 bis, viene visto come una beffa. «Siamo certamente lusingati per il titolo – afferma Caputo -, ma non si può negare che a ben poco servono questi titoli, se poi si è costretti a vivere in una realtà difficile dove i benefici dell’ ostentato sviluppo proprio non si vedono».

Oltre a puntare i riflettori sull’assenza di spazi verdi e centri di aggregazione, «in grado di rendere il paese più a misura d’uomo», Caputo commenta la crisi occupazionale che sta investendo i cittadini teverolesi. «Presso l’ex pastificio Chirico, la produzione è ferma e sessanta operai sono in cassa integrazione – ricorda il consigliere – inoltre, a breve scadenza, tanti cittadini che lavorano nei centri commerciali Medì e Iperfamila saranno licenziati. Per non parlare poi delle aziende che sono sull’orlo del fallimento».

Nonostante le riflessioni dell’opposizione, l’entusiasmo del sindaco Biagio Lusini non si smorza. «Se il titolo di Città ci è stato conferito, – precisa il primo cittadino – è perché evidentemente organi superiori lo hanno ritenuto opportuno dopo adeguate valutazioni che hanno tenuto in considerazione oltre che le risorse commerciali e industriali del paese, anche eventi storici (un ruolo di primo piano lo ha rivestito l’eccidio dei 14 carabinieri che, durante la seconda guerra mondiale, furono trucidati dai nazisti). Quel che conta sono innanzitutto le potenzialità che, a prescindere dallo status quo, il nostro territorio comunale è in grado di esprimere».

da “Il Mattino”, 25.11.08 (di Alessandra Tommasino)

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