Liberalizzazioni: il Pdl annuncia ricorso al Tar

di Redazione

Municipio di TeverolaTEVEROLA. Mercoledì sera il consiglio comunale di Teverola si è riunito per approvare le discusse “liberalizzazioni” da applicare al commercio cittadino nell’ambito della Legge Bersani.

Argomento, già all’ordine del giorno della precedente seduta, poi rinviato su richiesta dell’opposizione, passato con il voto unanime della maggioranza. Contrario il gruppo del Pdl, composto dal capogruppo Francesco Caputo e Luigi Menale, mentre erano assenti gli altri due consiglieri di minoranza del Pd, Nicola Caputo e Renato Cocchiaro. Tre punti, in particolare, riguardavano la deliberazione: l’eliminazione delle distanze minime obbligatorie, ed altri elementi di ostacolo, al libero dispiegarsi della concorrenza fra le imprese che appartengono alla medesima tipologia di esercizi; l’eliminazione di restrizioni od obblighi circa la possibilità di offrire, nella stessa area, attività ed esercizi appartenenti alla medesima tipologia; riduzione delle barriere di accesso al mercato in merito al rilascio delle autorizzazioni per punti vendita esclusivi e non esclusivi. I consiglieri del Pdl hanno annunciato ricorso al Tar. “Non vi era l’obbligo di approvare l’argomento, – spiega Francesco Caputo – soprattutto perché il commercio teverolese, in particolare la grande distribuzione, è in difficoltà, e perché non è stato fatto uno studio dei flussi di settore, per valutare il rapporto tra domanda e offerta, quest’ultima, allo stato, superiore alla prima. Ma soprattutto la legge Bersani liberalizza tutto, tranne quello che vuole liberalizzare la maggioranza, ossia i bar e ristoranti. Per questo, come messo a verbale, presenteremo ricorso al Tar”.

Altro argomento all’ordine del giorno era l’approvazione del regolamento per l’assegnazione di alloggi di servizio ai dipendenti delle aziende situate nell’area Pip. Anche su questo punto è stato contestato da Caputo: “Il regolamento non è chiaro, non viene specificato quando esso entra in vigore. Si parla di abitazioni da assegnare per dieci anni, ma a partire da quale data? Da oggi o dalla data di rilascio del permesso a costruire? In quest’ultimo caso si tratta dell’anno 2001, quindi significa che fra tre anni quelle abitazioni potranno essere vendute ai cittadini? A queste domande – conclude Caputo – la maggioranza mi ha risposto semplicemente che non era ‘il tema della serata’ poiché si stava soltanto approvando un regolamento”.

dal Corriere di Caserta

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