Crisi Coop, interrogazione del senatore Di Nardo

di Redazione
Nello Di NardoTEVEROLA. Con un’interrogazione indirizzata ai ministri dello sviluppo economico, delle
politiche agricole, della salute e delle politiche sociali, il senatore
Nello Di Nardo
ha sottolineato gli elevati rischi economici per le
famiglie disagiate derivanti dalla dismissione dei supermercati del gruppo Unicoop Tirreno, tra cui quello di Teverola.
“Queste strutture – spiega il senatore dell’Italia dei Valori – sono fortemente
radicate sul territorio, con una base cooperativa composta da 25mila
soci che da un trentennio hanno valorizzato sul mercato le strutture
come punti qualificati di riferimento per garanzia ed affidabilità,
servendo fasce di utenza deboli che, in mancanza, vedrebbero venir
meno, proprio in questo momento di congiuntura e di crisi, un
importante punto di riferimento, soprattutto in relazione ai prodotti
alimentari”
. “La Coop nasce dal bisogno e dalla solidarietà e rappresenta nel nostro
Paese
– aggiunge – e soprattutto nel Mezzogiorno, una realtà
fortemente radicata ed originale che, in chiave imprenditoriale, è
diventata la prima organizzazione distributiva del Paese”
. Secondo il senatore, si tratta di una decisione avventata che
contraddice le risultanze del rapporto della Coop del 2008, con il
quale si evidenzia che la perdita del potere di acquisto dei redditi ha
determinato un preoccupante peggioramento delle prospettive dei
consumi, facendo emergere, tuttavia, le preferenze dei consumatori
verso categorie merceologiche più convenienti, preferendo ai prodotti
di marca quelli a marchio del distributore, con canali distributivi più
efficienti e meno costosi, che ridanno tono alle vendite degli esercizi
della grande distribuzione, sul presupposto della competitività dei
prezzi e della fornitura di servizi di prossimità. “In un tale contesto, – conclude Di Nardo – proprio
strutture come la Coop rappresentano la risposta ideale alla crisi in
atto, evidenziando chiaramente che ogni ipotesi di dismissione o
ridimensionamento sul territorio è altamente controproducente, non solo
per perdita di mercato, ma soprattutto come vanificazione di un
servizio a forte valenza sociale”.
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