Abbattuto il convento di via Roma, Forza Italia attacca la maggioranza

di Redazione

L'Istituto delle Suore in via RomaTEVEROLA. “Il passato è passato e sepolto: quel luogo che avevamo preso ad esempio dell’incapacità dell’attuale Amministrazione Comunale di preservare l’identità cittadina non c’è più”.

La critica arriva dal direttivo cittadino di Forza Italia dopo l’abbattimento dello storico Istituto delle ‘Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù’, sito in via Roma. “Chiunque, passando distrattamente davanti al vecchio Complesso delle Suore, può ormai verificare che la maggior parte del cortile è svanita, inghiottita, semplicemente come se non fosse mai esistita, per far posto ad un nuovo manufatto, che ha sostituito la palazzina precedente, che pure era in buone condizioni, come se i ricordi di tutti i teverolesi che lo frequentarono non fossero più degni di esistere. Certo, è risaputo che nella nostra odierna società bisogna tenere il passo, aggiornarsi continuamente, rincorrere pensieri, avvenimenti che si susseguono ogni giorno più velocemente, ma questa non è una buona ragione per distruggere il passato, seppellirlo sotto metri cubi di cemento, sacrificarlo al denaro, vincolarlo all’opportunità. Nessuno potrà certo mai recriminare contro chi ha avuto la possibilità di tirar su qualche soldo sfruttando un’occasione d’oro: qualche centinaio di metri quadri liberi in pieno centro storico, su cui edificare miniappartamenti con rifiniture di lusso non è certo roba di tutti i giorni”.

Ma gli azzurri si chiedono: “E’ possibile che i nostri ricordi non valgano nulla? Possibile che l’Amministrazione Comunale non si sia posta il minimo problema nel concedere l’autorizzazione di edificare su un suolo così pieno di ricordi?” Si potrà obiettare – continuano – che il Comune non può entrare in questioni di carattere privato: effettivamente sembra che le varie autorizzazioni siano state richieste e poi cedute esclusivamente tra privati, ma è senz’altro strana la celerità con cui tale autorizzazioni, tali concessioni, tali cessioni sono state svolte. Chi di noi ha da apportare la benché minima variazione al proprio appartamento sa che deve affrontare un’interminabile trafila burocratica tra planimetrie da allegare, vincoli da rispettare, analisi per il rischio sismico, permessi da chiedere a vicini e condòmini, roba che implica un andirivieni dall’Ufficio Tecnico di un anno e passa: ebbene da oggi dimenticatelo: pensate che per abbattere un manufatto storico parlando di ristrutturazione conservativa, ‘accorgersi’ che forse è meglio non recuperarlo, cedere a terzi il diritto di proprietà sul suolo, progettare nuovi appartamenti e forse locali commerciali, chiedere l’autorizzazione, farsi fare il calcolo degli oneri concessori, sorvolare sui vincoli culturali ed artistici, pagare il dovuto, abbattere e ricostruire a Teverola in pieno centro storico è robetta di una-due settimane: le richieste dei due permessi a costruire sono del 27 febbraio 2008, ed il rilascio del 7 e del 14 marzo 2008! Eppure parliamo di un complesso monumentale in una zona vincolata ed ad alto rischio sismico. Ma forse siamo noi che non ci accorgiamo della magnifica efficienza che i nostri amministratori hanno impresso alla macchina burocratica comunale, forse è grazie al modello di efficienza che l’attuale maggioranza consiliare esprime che su tante cose si può sorvolare… e non parliamo delle autorizzazioni, del farsi rilasciare un documento, una carta… qui si è sorvolato sulla nostra memoria, sul ricordo che tanti di noi hanno e che tanti di noi non avranno mai: ma forse è vero, forse non conviene occuparsi di quelli che verranno, in fondo noi viviamo ora, e per un posto in Consiglio Comunale si può anche scendere a patti con la propria coscienza, ce ne si può anche fregare delle nostre radici”.

La sezione di Forza Italia sottolinea che la sua “non è una critica sterile, non è nostra intenzione pensare solo a ciò che non si è fatto: però vorremmo sapere perché, prima di uccidere parte di quel complesso non si è provato a trovare un’alternativa? Perché se lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione (art.3 D.Lgs 42 del 22.01.2004), nessuno all’interno dell’Amministrazione Comunale ha pensato di valutare l’importanza che quel complesso aveva per noi Teverolesi? Non è forse compito del Comune salvaguardare l’identità dei propri cittadini? Forse che la Giunta al gran completo, inclusi Sindaco e Assessore ai Lavori Pubblici erano girati dall’altra parte quando si sono presentate le decine di cartelline con i relativi progetti? Anche questo ci ha colpiti: la Giunta ha avuto l’occasione di poter dire la propria, di provare almeno a parlare con chi quelle licenze aveva chiesto, eppure non ha fatto nulla, ha abdicato la possibilità di conservare un pezzetto della nostra storia”.

Noi La ringraziamo Signor Sindaco, – concludono gli azzurri – ancora una volta ci ha insegnato a guardare avanti, alla modernizzazione della nostra città, a lasciarci il vecchio dietro le spalle, ed è per questo che ci sovviene una riflessione: dovremo forse assistere prima delle elezioni alla trasformazione di altri complessi storici o palazzi, specialmente sulla zona di via Roma per lasciare spazi a complessi residenziali, centri commerciali o mega parcheggi? Ma forse è meglio zittirci, forse queste cose ci conviene dirle a bassa voce, visti i precedenti non vorremmo che qualche consigliere di maggioranza stesse ascoltando, ci prenda sul serio e proprio ora dimentichi che a volte conviene non sentire, non parlare e soprattutto non vedere”.

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