Aggressione al giornalista Tudisco, la condanna di Rauso

di Redazione

Gaetano RausoSANTA MARIA CAPUA VETERE. Riceviamo e pubblichiamo una mail inviata dal consigliere comunale di opposizione Gaetano Rauso (nella foto) sull’episodio che ha visto coinvolti il giornalista Mario Tudisco e il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Giudicianni.

Il 31 ottobre scorso, il giornalista Mario Tudisco è stato aggredito dal sindaco del Comune di Santa Maria Capua Vetere Giudicianni. Costui, urlando, come riportato da più persone testualmente affermava: “Questa è la buona volta che chiudiamo Il Popolo Sammaritano (testata sulla quale scrive il giornalista)”, lo ha fermato, impedendo ogni suo movimento e dicendogli testualmente: “Non ti muovere da qua perché ti devo fare arrestare”, così impedendogli di allontanarsi dal posto in cui era stato sottoposto alla aggressione per quasi un’ora. E’ intervenuto in quel frangente anche il vicesindaco Castaldo, il quale, rendendosi conto della gravità della situazione, tentava inutilmente di fare desistere il sindaco dalla sua condotta ed interponendosi tra quest’ultimo ed il Tudisco, evitava che il giornalista, oltre alla già citata limitazione della libertà personale, potesse essere anche malmenato.

Il giornalista, intimorito, nelle more della vicenda, chiedeva aiuto, tra gli altri, all’avvocato Gianfranco Corvino, che di là transitava in automobile, rivolgendosi a lui con queste parole: “Aiutami, non so che cosa mi sta succedendo, non mi sento bene”. Sebbene il Tudisco, fosse visibilmente spaventato e versasse in condizioni di ansia, il Sindaco, per nulla impietosito dello stato di prostrazione dello stesso, continuava ad inveire nei suoi confronti, per intimorirlo ulteriormente, dicendo: “Non ti puoi muovere di qua, perché ti devo fare arrestare”.

Solo grazie all’intervento di un cittadino sammaritano, la sconsiderata condotta di Giudicianni veniva interrotta ed il Tudisco poteva essere accompagnato all’Ospedale civile di Caserta dove veniva lui diagnosticato: “Stato di ansia reattivo”, con prognosi di giorni 1, senza complicazioni.

L’esercizio del diritto di stampa – ma anche quello di critica e di cronaca – quale espressione del diritto di manifestazione del pensiero è garantito dall’art.21 Cost. e consiste nel potere – dovere conferito al giornalista di portare a conoscenza dei lettori fatti, notizie e vicende interessanti la vita civile ed associata. Radicato nell’art. 21 della Costituzione, garantisce la libera espressione del pensiero e la sua manifestazione a terzi, anche a mezzo stampa. Principio cardine di ogni ordinamento democratico, attribuisce ai singoli il diritto di critica politica, consentendo la partecipazione attiva dei cittadini, alla vita politica dello stato, contribuendo a formare un opinione pubblica in relazione a ciò che si esplica in Parlamento e nei consigli degli Enti Locali. Abiurare a tale diritto comporta la barbarie e l’assolutismo, soprattutto se, al fine di togliere la voce alla stampa, si utilizzano mezzi di repressione della libertà ed intimidazioni personali.

La vile aggressione posta in essere dal sindaco della nostra città, colpisce un cittadino che, già consigliere comunale e capogruppo di maggioranza di questo Comune dal 1993 al 1997, durante la consiliatura del professor De Pascale, ha sempre svolto il suo lavoro e la sua attività politica con la massima serietà e dedizione, mai artando la verità dei fatti raccontati. Attivamente partecipando ad iniziative di rilevanza civica ha ottenuto, negli anni, sempre la massima stima ed il rispetto di tutte le forze politiche della nostra cittadina.

Gli attestati di solidarietà ricevuti in questi giorni lo dimostrano in maniera ineludibile. Tale comportamento, assunto in violazione delle garanzie costituzionali a tutela della libertà personale e di pensiero del singolo, è sintomo di prevaricazione, di intolleranza e di disprezzo dei diritti che la legge garantisce ad ogni cittadino nell’esplicazione della sua attività lavorativa e di integrazione civica e sociale.

Il gesto, assolutamente intimidatorio, trova origine nella volontà del Sindaco di impedire che alla intera cittadinanza venga resa nota la insufficiente attività politica svolta dalla giunta comunale da lui guidata ed in quella di reprimere “manu militari” (servendosi non solo della sua carica istituzionale, ma anche delle Forze dell’Ordine), le voci distoniche di chi ha sempre combattuto, come chi scrive, il Tudisco, o altri che hanno levato la loro protesta contro la carenza di senso civico di chi gestisce le cariche istituzionali.

La vicenda senz’altro di carattere politico, deve trovare il suo giusto sbocco in ambito giudiziario, non tanto per la gravità del gesto e per l’immane danno morale subito dalla persona offesa, ma soprattutto perché si possa in futuro evitare che altri cittadini sammaritani possano essere oggetto di tali prevaricazioni da parte dei rappresentanti delle istituzioni.

Gaetano Rauso

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