“Ammoniaca nell’aria”: chiusa di nuovo l’Eurocompost

di Redazione

EurocompostORTA DI ATELLA. “Rilevata presenza di ammoniaca nell’aria”. E’ questo quanto segnalato nella relazione tecnica stilata dall’Arpac riguardante i rilevamenti effettuati nella zona di via Danzano e in località Viggiano, ad Orta di Atella.

I controlli sono stati effettuati in maniera continuativa dal 17 al 27 ottobre. Il picco più alto (13,2 microgrammi per metro cubo) di ammoniaca è stato rilevato in località Viggiano, a 100 metri dai capannoni della Eurocompost, nel periodo che va dal 22/10 ore 11,30 al 24/10 ore 11,55. Comunque, dal resoconto dell’Arpac si evince che le concentrazioni di ammoniaca “già relativamente alte nella stazione situata in prossimità delle abitazioni del terminale di via Danzano, aumentano man mano che diminuisce la distanza dall’impianto, nella stazione situata a 100m”.

Ma non è tutto. L’impianto di abbattimento degli odori (lo scubber) non è risultato adeguato in quanto risultava funzionante con una soluzione a pH 6.5 (mentre il manuale prevede l’utilizzo di una soluzione più acida, cioè con pH 2-3): l’ulteriore aggiunta di acido non riportava il pH nell’intervallo adeguato. Anche il capannone non è adatto in quanto non permette un’agevole ossigenazione dei rifiuti in trattamemento. Naturalmente, la lavorazione attualmente svolta, dà origine a composti acidi e solforati che vanno a formare la parte odorigena a maggior impatto olfattivo e che sono alla base del disagio riscontrato dai cittadini.

MA COSA DICE INVECEL’ASL?

Essa ritiene che l’attività esercitata dalla Eurocompost rientri nell’elenco dell’industrie insalubri alla lettera B, non al n° 42 “produzione di concimi da residui animali e vegetali”, ma al n° 100 “trattamento rifiuti”, perla quale non è stata mai rilasciata la relativa autorizzazione da parte dell’Asl competente.

Alla luce di tutto ciò, la commissione prefettizia che governa il Comune di Orta non poteva non emettere l’ennesima ordinanza di chiusura. Ricordiamo, infatti, che quella precedente riguardava una semplice irregolarità amministrativa; qui si parla invece della presenzadi un inquinante (ammoniaca), che ha la facoltà di minacciare la salute dei cittadini.

Ora ci si chiede: tutto ciò è sufficiente per una chiusura definitiva? O basta un semplice adeguamento? Se le concentrazioni di ammoniaca tornassero nella norma, ciò basterebbe a far riaprire l’opificio?Non dimentichiamo infatti chesono le sostanze odorigene che sono altamente moleste dal punto di vista olfattivo e queste ultime, finora, non hanno preoccupato tanto gli organi competenti!

Intanto, anche la diocesi di Aversa è scesa contro la puzza: in un manifesto20 sacerdoti fanno sapere ai fedeli che anche loro hannoinviato una lettera alle autorità competenti, il cui riscontro sarà portato prestoa conoscenza della fratellanza.

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