Erba, Olindo e Rosa condannati all’ergastolo

di Redazione

Olindo e Rosa COMO. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo e a tre anni di isolamento diurno. Questa la decisione della Corte d’Assise di Como che ha ritenuto i coniugi gli autori della cosiddetta “strage di Erba”.

Strage compiuta l’11 dicembre 2006, vittime loro vicine di casa Raffaela Castagna e Valeria Cherubini, il piccolo Youssuf, la nonna Paola Galli. Unico superstite: Mario Frigerio. I giudici, dopo sei ore di camera di consiglio, hanno quindi accolto in pieno la tesi accusatoria dei pm Mariano Fadda e Massimo Astori.

I legali della difesa annunciano ricorso in appello e criticano la sentenza: “Era una decisione già scritta. Como non era la sede giudiziaria migliore per questo processo, non poteva che finire così: sono stati dipinti come dei mostri e mostri dovevano essere”. “Ci sono tre gradi di giudizio, – aggiunge l’avvocato Enzo Pacianella mia carriera ho visto un sacco di volte sentenze di ergastolo completamente capovolte”.

Strage Erba – la sentenza

La sentenza ha fissato anche il risarcimento alle parti civili. Quella più consistente a Mario Frigerio, 300 mila euro, 20 mila in meno rispetto a quanto chiesto dall’avvocato Manuel Gabrielli. 60mila euro, invece, ad Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssuf, 10 mila euro a testa per i suoi genitori. Altri 10mila euro ciascuno ai figli di Frigerio, Elena e Andrea. Fissati anche i risarcimenti delle spese legali sostenute dalle parti civili: 11 mila euro per Azouz, 10 mila per i suoi genitori, 40 mila per la famiglia Frigerio, 25 mila per la famiglia Castagna.

In giornata Azouz Marzouk aveva fatto una rivelazione clamorosa, ossia che uno sconosciuto avrebbe confidato ai suoi genitori che i coniugi Romano non erano gli assassini. Rivelazione a cui i giudici non hanno dato troppo peso, infatti hanno respinto l’approfondimento di tale testimonianza chiesto dalla difesa. Tra l’altro, il pm Astori ha avanzato il sospetto che Azouz voglia ritardare l’espulsione dall’Italia poiché arrestato (su provvedimento dello stesso pm) per spaccio di droga e condannato a 13 mesi di carcere e, appunto, all’espulsione il prossimo primo gennaio. Per Astori, infatti, la persona che avrebbe parlato con i suoi genitori “non è identificato né identificabile. Le sue parole non portano nessun contributo probatorio, insinua i dubbi ma non fornisce una versione alternativa”.

“Vergona, assassini”, il grido lanciato dal pubblico in aula al momento della dichiarazione di Olindo, che aveva espresso “il più sincero dolore per le persone che sono morte, ma non siamo colpevoli”.

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