Berlusconi: “Sì alle classi ponte per gli stranieri”

di Angela Oliva

Silvio Berlusconi“Introdurre corsi e classi non separate per l’insegnamento dell’italiano non crea nessuna discriminazione”.

Questo quanto ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante il convegno sull’Infanzia organizzato dalla Camera dei Deputati, introducendo, così, nuovamente la proposta delle classi differenziate per i bambini stranieri: “Il problema è che c’è una insufficiente conoscenza della lingua italiana da parte dei bambini stranieri e quindi abbiamo pensato di porvi rimedio facendo approvare una mozione sull’esempio di molti Paesi europei. Si tratta – afferma il premier – di una cosa logica e doverosa, se le maestre nella loro classe hanno quattro o cinque bambini stranieri che non capiscono l’italiano, va a danno di tutti gli alunni. Parlare di riforma è una vergogna. E’ semplicemente un decreto che contiene una serie d’innovazioni di buonsenso da buon padre di famiglia. Il decreto Gelmini – conclude il Cavaliere – è stato travisato poiché non contiene riduzioni di spesa né tagli, né riduzione del numero degli insegnanti”.

D’accordo con le dichiarazioni del presidente Berlusconi è la Lega Nord che ha sempre appoggiato la mozione, come ha affermato la senatrice del Carroccio Irene Aderenti: “Il ddl in questione va nella direzione di altri paesi europei ma con l’unico scopo di dare un aiuto a tutti quei bambini che, a causa dell’insufficiente conoscenza della lingua italiana, non riescono a frequentare con ottimi risultati l’intero percorso scolastico. Una nazione che si ritiene civile deve dare le stesse opportunità a tutti i minori, tenendo conto però dei bisogni di partenza e delle problematiche che hanno all’inizio”.

Insorge, invece, il Pd con il Ministro ombra dell’Istruzione Mariapia Garavaglia che, in seguito alle affermazione del premier, ha dichiarato: “Il presidente Berlusconi ha espresso giudizi favorevoli sulle cosiddette ‘classi ponte’ le quali, gli ricordo, non sono contenute nel decreto Gelmini, ma in una mozione approvata alla Camera su proposta della Lega Nord. Anche per questa vistosa inesattezza – prosegue l’esponente Pd – c’è da ritenere che il premier non sappia bene di cosa stia parlando. Nel documento della Lega, si faceva riferimento a una discriminazione transitoria positiva. Al contrario, noi siamo convinti che per i bambini non sia in nessun modo educativo vedere il proprio vicino di banco sottoposto a un trattamento discriminatorio che lo potrebbe segnare per sempre”.

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