“Intitolare il litorale domitio a Miriam Makeba”

di Redazione

Miriam MakebaCASTELVOLTURNO. Al termine del suo concerto a Castelvolturno, la grande cantante africana: Miryam Makeba, è morta in seguito ad un malore che ha stroncato il suo vecchio cuore di interprete sensibile del sogno di libertà africano.

Aveva 76 anni Mamma Africa, ed era nata in Sud Africa, in uno dei sobborghi poveri di Joannhesburg , la sua passione per la musica ed il cantare l’aveva resa celebre sin dagli anni 50. Il suo incontro con Nelson Mandela e la sua convinta adesione alla lotta per i diritti civili del suo popolo, la portarono a partecipare ad una serie di concerti negli Stati Uniti, per promuovere la libertà di Mandela in carcere per la sua battaglia contro la discriminazione razziale.Non potrà ritornare più in Sudafrica, il Governo razzista ne impedì il rientro, con la minaccia di una condanna a molti anni di carcere. Negli anni 60, nell’America di Martin Lhuter King, fu aiutata da Harry Belafonte e scalò le vette di un successo musicale senza precedenti. Diventò la più grande ambasciatrice dei diritti civili degli africani e dell’uguaglianza razziale, mentre la sua splendida voce, ricca di calore, e di gioia, faceva ballare il mondo intero. Se la repressione viaggiava con il restringimento della libertà, Miryam comunicava gioia di vivere e senso della libertà.

L’ultimo concerto a Baia Verde

Una lunga vita di battaglie e canzoni, che hanno fatto di lei una testimone del nostro tempo. Era ammalata da anni Miryam Makeba, eppure aveva accettato di venire a cantare in un paese lontano e sconosciuto, dove per mezzora ha regalato alle migliaia di giovani presenti il suo canto libero.

Poteva farne a meno, Miryam, poteva restare nella sua bella casa, nel suo paese bellissimo ed amato, eppure è voluta venire lo stesso a Castelvolturno. Sentiva che c’era bisogno di una sua presenza, aveva capito che bisognava denunciare con il suo canto un male che si ripeteva uguale a sempre: la discriminazione razziale, il colore della pelle, la diversità sociale. L’aveva colpita la notizia della strage di africani a CastelVolturmo, da troppo tempo arrivavano in Africa notizie di giovani di colore assaliti e picchiati, uccisi per niente a colpi di mazza. Troppe notizie di sfruttamento, di disperazione e di morte arrivavano a lei. Troppo dolore arrivava in Africa da questa Italia degli anni 2000. Un paese che si professa non razzista quando deve sfruttare il lavoro degli immigrati, mentre lo è nella realtà di tutti i giorni quando deve lasciarli ai margini della integrazione sociale. E’ venuta a morire in Italia Miryam Makeba perché la sua battaglia non era finita, perché in Italia si pensa a classi differenziate tra bambini italiani e figli di immigrati, riproponendo una discriminazione razziale fuori dal tempo.

Questa morte deve rimanere per noi un esempio, un richiamo forte ai principi di tolleranza, di solidarietà e di libertà che la vita di Miryam Makeba ha rappresentato. Il litorale Domizio sarà oggi su tutti i giornali del mondo, la notizia è troppo importante per non darne conto. Con la sua morte, Mamma Africa ha dato un ultimo contributo alla battaglia dei poveri del mondo, contro la discriminazione e la violenza. A noi spetta il compito di non dimenticare e di continuare con più forza la battaglia contro la camorra, per la libertà e lo sviluppo, dove tutti possano vivere con gli stessi diritti rincorrendo i propri sogni.

La proposta che ci sentiamo di fare è quella di intitolare il litorale domizio a Miryam Akeba, perché il suo ricordo resti nella memoria di tutti noi. Aspettiamo adesioni e consensi.

di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico