Ferraro: “Lo Stato eviti passerelle e faccia cose concrete”

di Redazione

Sebastiano Ferraro CASAL DI PRINCIPE. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del consigliere comunale Sebastiano Ferraro dinanzi alla Commissione Cultura della Camera, riunitasi nei giorni scorsi a Casal di Principe.

“Tante cose abbiamo letto, tante ne abbiamo sentite raccontare e ancor di più ne abbiamo viste passare nelle televisioni italiane e di mezzo pianeta. Mai si era registrata in passato tanta attenzione da parte del mondo dell’informazione e mai tanta attenzione si era sviluppata nel dibattito politico nazionale sulle vicende e i problemi di questa comunità che io, seppure da posizioni di minoranza, rappresento sia nel Consiglio comunale sia in quello provinciale. Molto di questo è successo in virtù della testimonianza documentale contenuta nel libro scritto da Roberto Saviano, che ha avuto il merito di attrarre tutta questa attenzione, di cui esprimiamo la nostra più sincera solidarietà.

Ma il timore che ci percorre tutti i casalesi di buona volontà (e sono tanti, checché se ne dica!), che attraversa coloro che sperano e che auspicano un autentico miglioramento del livello di vita di questa terra, che desiderano effettivamente di affrancarsi, di liberarsi della cappa della criminalità organizzata, di chiudere I conti con la camorra per troppo tempo egemone, è che tutte queste manifestazioni, tutti questi articoli, tutte queste trasmissioni televisive esauriscano i loro effetti nel momento stesso della loro rappresentazione. Insomma, io la parola passerella non la voglio utilizzare, ma dovete essere anche voi a dissipare questi dubbi, a dissolvere le incertezze.

Vedete, in questi mesi ne abbiamo sentite tante. Molte di queste parole sono state sagge e condivisibili. Altre hanno risposto solo a un desiderio di sensazionalismo utilizzato strumentalmente per vendere più giornali e per far aumentare il pubblico televisivo di certe trasmissioni: è stato fatto di tutta l’erba un fascio, si è demonizzata un’intera comunità, si è detto, in pratica, che a Casal di Principe sono tutti camorristi o quasi e che i giovani sono tutti persi. Beh, non credo che questo sia il modo giusto per aiutarci a vincere la camorra.

La presenza odierna della Commissione Cultura della Camera è oltremodo gratificante e io, da consigliere comunale e da consigliere provinciale, non posso che esserne istituzionalmente, ma anche umanamente, lieto. Ma perché questa giornata, al pari di tante alter giornate celebrate di recente da queste parti, passi veramente alla storia, occorre che alle parole, alle tante belle parole, sicuramente degne di considerazione, di assenso incondizionato, dunque senza se e senza ma, seguano finalmente anche i fatti.

Mi rivolgo ai componenti della Commissione cultura: in molti, anzi, in moltissimi hanno dichiarato e hanno scritto che questa battaglia si vince soprattutto sul piano culturale, sul piano della formazione, sul piano della costruzione di un tessuto sociale che si fondi sui valori della civile convivenza, sull’adesione incondizionata ai principi della legalità, sulla volontà di determinare la crescita economica senza l’ausilio di scorciatoie, ma solo attraverso l’uso trasparente dello strumento delle idee e di quello del lavoro. Bene, benissimo: voi vi occupate di cultura e sicuramente sottoscriverete in pieno queste tesi, che, d’altronde, sono talmente ovvie da non poter essere neppure lontanamente messe in discussione. Ma voi siete anche, anzi, siete soprattutto legislatori. Avete, dunque, la forza di trasformare i programmi, le buone intenzioni in interventi concreti a favore di queste aree, a favore dei nostri giovani, a favore di quelle attività, in primis quelle sportive, che favoriscono autenticamente forme di aggregazione creativa e la tensione verso gli obiettivi di un sana competizione e di una produttiva occupazione degli spazi del tempo libero.

Più Stato e meno camorra: ma lo Stato non può limitarsi a dirlo. Deve anche farlo. Più Stato significa più impianti, più infrastrutture, più interventi a favore di un’educazione alla cittadinanza. Fino ad oggi, invece, troppe parole, troppe passerelle: Casale è diventata una fiera di troppe vanità. D’altronde, che ci vuole a dire che la camorra è un male assoluto, che è il cancro della società, dato che la prospettiva di un minuto dopo è quella di salire su una lussuosa auto blu infilando l’ennesimo convegno e l’ennesimo salotto televisivo? Il problema, gentili onorevoli, è per chi ci rimane qui, per chi si deve misurare con i problemi di tutti I giorni, con le istanze dei cittadini, e sono sempre di più, che versano in difficoltà economiche. Ti puoi spendere fino a quando vuoi, ma se la biada è poca, poco puoi fare e la camorra avrà sempre gioco facile nell’arruolare nuovi soldati, ma soprattutto nell’avere un rapporto con la società locale non conflittuale, dato che se qui la gente si sente abbandonata dallo Stato, dovrà pure rivolgersi a qualcuno per campare!

E allora, onorevoli deputati della Commissione Cultura: più tardi, quando tornate a Roma, non vi dimenticate di noi. Mettetevi di buzzo buono e fate qualche cosa di concreto per lo sviluppo di questa terra. Questo è il modo, l’unico modo per poter debellare la camorra”.

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