Ridate una casa a Fedele Marino

di Antonio Arduino

Fedele MarinoAVERSA. Quando le Istituzioni “latitano” non basta apparire sul tg satirico di Antonio Ricci per risolvere i propri problemi.

E’ il caso del 72enne Fedele Marino “scoperto”, ma – come confermò il direttore sanitario del nosocomio – la sua presenza era nota da tempo, alloggiato con tanto di cane nel piano interrato del San Giuseppe Moscati, nello spazio antistante il locale caldaie. Marino era li da marzo 2007. La ragione ? “Mi hanno preso la casa mentre ero ricoverato in questo ospedale” disse in una intervista rilasciata pochi giorni dopo. “Un abuso – aggiunse – denunciato inutilmente da mio fratello Giovanni alla Polizia di Stato”.

Questi i fatti: nel gennaio 2007 Marino, che abitava in via san Lorenzo 75, in un appartamento assegnatogli cinque anni prima dal comune di Aversa, ebbe necessità di fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale Moscati dove venne ricoverato nel reparto di medicina. Al momento della dimissione, Giovanni, al quale Fedele aveva affidato le chiavi di casa, scoprì che l’appartamento era stato occupato abusivamente da ignoti. “La porta – si legge nella denuncia presentata all’epoca alla polizia – era aperta e da questa erano stati rimossi i due lucchetti che avevo messo in quanto avevo smarrito le chiavi della serratura”. “Rivoltomi ad una delle persone che stavano portando all’interno del mobilio chiedevo – continuava il denunciante – cosa stessero facendo. Questa con fare minaccioso mi diceva ‘vattene o ti ammazziamo tanto tuo fratello deve morire e la casa è mia’”. Così, non avendo possibilità di rientrare a casa sua, Fedele decise di “accamparsi” in ospedale. Era marzo 2007.

Una storia che Marino ha raccontato al network on line Pupia.tve che, dopo essere stata diffusa dalla tv tradizionale nel marzo 2008 da Striscia la Notizia, l’8 novembre scorso è stata oggetto di ben due servizi giornalistici andati in onda rispettivamente alle 18 e 30 su Studio Aperto, il telegiornale di Italia, e alle 20 e 30 sul Tg5. Non è bastato. Marino vive ancora nel sottoscala del San Giuseppe Moscati aspettando che le Istituzioni intervengano nella vicenda, per restituirgli l’abitazione.

Si, a dirla tutta, un intervento istituzionale c’è stato. Messo in atto dall’ex assessore ai servizi sociali Lucio Romano, da noi interessato direttamente alla vicenda, che fece sottoporre il 72enne a una vista medica specialistica. Ma il controllo non avrebbe evidenziato alcuna patologie psichiatrica capace di imporre un trattamento sanitario obbligatorio così da trasferire l’anziano dall’attuale sistemazione abitativa ad una altra più dignitosa. “Marino è sano di mente e se non vuole non possiamo mandarlo via da dove si trova” ci disse un funzionario del settore servizi sociali dopo la visita di controllo. Incredibile, se le cose stanno davvero così, chiunque sia sano di mente, non avendo un tetto potrebbe decidere di stabilirsi in un angolo del Moscati e ricevere vitto e alloggio gratuiti, come sta accadendo a Marino. E comunque non è quanto chiede il 72enne, né è quanto si propongono gli interventi dei media.

Per chi non lo avesse ancora capito per Fedele Marino si chiede “Giustizia”. Si chiede sia fatta chiarezza sulla vicenda. Si chiede che le Istituzioni intervengano a liberargli l’appartamento, se davvero c’è stata una occupazione abusiva, per consentirgli di rientrare a casa. Naturalmente perché non si generi la solita guerra tra poveri si chiede anche che si fornisca un appartamento agli eventuali occupanti abusivi, perché se abuso c’è stato probabilmente è stato dettato dalla necessità imposta dall’ennesima situazione di emergenza-disagio vissuta da cittadini aversani.

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