Provincia di Aversa, Casciaro replica al leghista Davico

di Nicola Rosselli

Michelino Davico AVERSA. “Le Unioni dei Comuni che il sottosegretario agli interni Michelino Davico indica come alternativa valida alle province non garantiscono una seria e prioritaria organizzazione del territorio, dalla quale non può prescindere nemmeno il federalismo fiscale”.

Giacinto Casciaro, presidente del Cnnp (Coordinamento Nazionale Nuove Province di Aversa, Avezzano, Bassano del Grappa, Melfi, Nola, Sibari, Sulmona e Venezia Orientale) risponde al sottosegretario leghista (nella foto) del governo Berlusconi, a seguito delle dichiarazioni dello stesso Davico, rese a “Il Mattino”, con le quali affermava che le province andavano abolite. In particolare, Casciaro ricorda che l’agro aversano rappresenta “una realtà nota ed omogenea” e ne rilancia la trasformazione in provincia tenuto conto che: Le autonomie locali e il federalismo fiscale rappresentano, oggi, il momento più significativo della vita sociale ed economica del nostro Paese”.

Casciaro critica anche il ruolo della regione che dovrebbe avere un atteggiamento di coordinamento tra le varie realtà interne, molto spesso eterogenee nelle diverse peculiarità territoriali, paesaggistiche, storico-culturali, economiche, ecc, ma che diventa “la meno indicata a risolvere problemi istituzionali come nel caso della istituzione di nuove province, o di ente intermedio analogo purché dotato di piena autonomia di governo”.

L’esponente di Sibari sottolinea come non si possa, a suo avviso, bloccare “l’istituzione dei nuovi enti intermedi, già in possesso del parere favorevole della Commissione parlamentare competente (ed Aversa ha tutti i requisiti in questo senso, tra cui anche il nulla osta della Regione Campania e le delibere di adesione dei comuni interessati, n.d.r.), mentre si lasciano al loro posto le province attuali, in attesa di un ipotetico e graduale ‘svuotamento’ attraverso un’altrettanto ipotetica e pericolosa retromarcia istituzionale con il trasferimento dei poteri dalle province alle regioni”.

Casciaro evidenza, tra l’altro, come si profili un’illegittimità nel far votare per i nuovi consigli provinciali di Monza e Fermo, mentre si nega l’istituzione di nuove province, come quella di Aversa, che hanno tutte le carte in regola e manca solo la formalità finale. Da qui la richiesta di un incontro con Davico per verificare la situazione attuale ed i possibili sviluppi.

Sull’argomento interviene ancora una volta il presidente onorario del comitato aversano per l’istituzione della nuova provincia normanna, il generale dei carabinieri e ispettore regionale dell’Anc Campania Domenico Cagnazzo, che contesta il federalismo così come inteso da Davico e dichiara di aver ricevuto “rassicurazione che le province non saranno abolite da eminenti esponenti del governo, anche se, ovviamente, tutti concordiamo che, forse, questo non è il momento adatto per la nascita di nuove”.

A lui fa eco il presidente del comitato aversano Raffaele Maisto, secondo il quale il federalismo non rappresenta affatto un ostacolo all’istituzione di nuove province e conclude indicando anche l’eliminazione di una fonte di spreco di denaro pubblico. “Si possono abolire le 349 comunità montane che costano molto più delle province esistenti e da istituire. – commenta l’ingegner Maisto – Inoltre, ben venga questa ‘provincia leggera’ di cui si parla, dove non vi sarebbero più i consiglieri comunali, sostituiti dai sindaci dei comuni che ne fanno parte. Questa la strada da seguire per chi intende effettivamente concedere autonomia amministrativa ai territori. Parlare di abolizione tout court della province significa non avere a cuore la difesa della territorialità”.

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